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Renzi, petrolio: "L'emendamento è mio, se i pm vogliono mi interroghino"

ROMA, 3 APRILE 2016 – “Io disonesto? Mi partono i 5 minuti”. Così ha commentato Matteo Renzi in risposta alle accuse relative a presunti illeciti sul caso Total. Il premier, intervistato da Lucia Annunziata durante la trasmissione In mezz’ora, ha ribadito: “Quell'emendamento è roba mia e lo rivendico con forza”.

Secondo il Presidente del Consiglio, l’emendamento che interessa l’estrazione del petrolio nella zona di Tempa Rossa sarebbe un grande passo avanti del Governo, che è riuscito a far autorizzare “delle opere pubbliche rimaste bloccate per anni”.

“Io ho saputo come i cittadini dell'indagine perché di fronte alla legge il premier è come gli altri. E non mette bocca sulle indagini”, ha spiegato Renzi, dichiarandosi all’oscuro delle presunte manovre tra il compagno dell’ex ministro Guidi e la compagnia Total. “Noi non sapevamo delle indagini, ma se qualcuno ha fatto degli illeciti voglio che sia scoperto, chiedo ai magistrati di fare il massimo degli sforzi”. [MORE]

Contestualmente, Renzi ha anche affermato di essere disposto a sottoporsi all’interrogatorio dei magistrati: “Noi questo Paese lo stiamo talmente cambiando che se i magistrati vogliono mi interroghino non solo su Tempa Rossa ma su quello che vogliono”.

Renzi è nuovamente tornato a difendere Maria Elena Boschi che, nei giorni scorsi, si era già dichiarata innocente: “Se il ministro dei Rapporti con il Parlamento non controlla e verifica gli emendamenti, che ci sta a fare? Non è l'emendamento in sé il problema ma se qualcuno commette atti illeciti. Se ci sono opere non vanno bloccate le opere, se qualcuno ruba va bloccato il ladro”. Secondo il premier, quindi, la Boschi non avrebbe alcuna necessità di dimettersi.

Agli occhi di Renzi appare corretta, invece, la scelta del ministro Guidi di lasciare l’incarico: “Tutti quelli che si trovano ad aver commesso un errore si devono dimettere, io per primo. La Guidi ha sbagliato e in modo molto serio ha tratto le conseguenze. Quando venne fuori una telefonata inopportuna del ministro della Giustizia Cancellieri che chiamava la famiglia di un indagato con cui aveva rapporti professionali il figlio, io trovai la telefonata inopportuna e lo dissi, ma lei non si dimise. La Guidi lo ha fatto perché è cambiato il clima nel Paese”.

(foto: net1news.org)

Sara Svolacchia