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FIRENZE, 23 APRILE 2013- I Giovani Turchi del partito danno la spinta a Matteo Renzi per guidare un esecutivo del Presidente. Ma non sono soli. L’appoggio viene anche dai big del Pd che hanno sempre visto come il fumo negli occhi il sindaco di Firenze.
Matteo Orfini è in prima fila tra coloro che vorrebbero Renzi a Palazzo Chigi «Ora - ha dichiarato durante Piazza Pulita su La7 - dobbiamo mettere in campo Matteo, è lui in questo momento la personalità più forte di cui disponiamo». Andrea Orlando va alla carica «Se governo politico deve essere, allora chi meglio di Renzi? Il nostro partito in questo modo tiene, e poi con Matteo sfidiamo apertamente sia Grillo che Berlusconi, e se decidono di sfilarsi saranno problemi tutti e solo loro».
Le “aperture”, fino a qualche giorno fa semplicemente impensabili, giungono anche da personaggi del calibro di Dario Franceschini «Matteo è molto ragionevole, indica una prospettiva politica per dare un governo al Paese, anche se a lui potrebbe convenire un voto immediato». L’omologo di Renzi nella città di Torino, Piero Fassino rompe gli indugi «Io sono favorevole alla sua candidatura – ha spiegato al Foglio- perché se dobbiamo assumerci delle responsabilità di governo allora bisogna farlo da posizioni di forza e non di debolezza e quindi è giusto che il Pd metta in campo l'uomo forte che rappresenta la capacità di novità».
Il diretto interessato, ospite in Tv da Lilli Gruber, ha raffreddato gli animi circa un suo premierato «Non credo sia un'ipotesi in campo». Tuttavia in molti ipotizzano che qualcosa si sta muovendo e attendono le novità che potrebbero emergere dalle consultazioni. L’eventuale scetticismo di Matteo Renzi potrebbe essere la conseguenza dell’assenza di una legittimazione popolare nel caso di un incarico. Una circostanza che non sembra esaltare particolarmente il primo cittadino di Firenze.
Dalle pagine de L’Unità Roberto Reggio, fedelissimo renziano, ha espresso la sua posizione «Un incarico oggi da Napolitano, in termini di legittimazione e di libertà d'azione, potrebbe essere equivalente a un mandato popolare».[MORE]
Davide Scaglione