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Renzi lavora ai dossier e annuncia: «Ridurre le tasse? Niente promesse, ma ci proveremo»

ROMA, 23 FEBBRAIO 2014 - «Oggi con Graziano Delrio lavoriamo sui dossier. Metodo, metodo, metodo. Non annucni spot, ma visione alta e concretezza da sindaci». Affronta così il primo giorno da Premier, Matteo Renzi e lo annuncia su Twitter rispondendo in seguito ad alcune domande poste dai suoi follower.

La prima questione riguarda il nodo giustizia. Dopo la bocciatura, secondo indiscrezioni, da parte di Napolitano di nominare il PM Gratteri Ministro della Giustizia in favore di Andrea Orlando, qualcuno ha chiesto a Renzi: «Perché non partire dal lavoro preparato da Gratteri per la giustizia?» E la risposta del neo premier non tarda ad arrivare: «E’ uno dei dossier più interessanti. E’ sul tavolo».

Poi la fatidica domanda sulle tasse «Sarai come gli altri? Ci Riempirai di tasse» e Matteo incalza: «Nella mia esperienza di amministratore le tasse le ho sempre ridotte. L’IPT in provincia e l’IRPEF in comune. Niente promesse, ma ci proveremo».

Il Renzi social, come ci ha abituati oramai a conoscerlo, tra tasse e giustizia ha anche altre questioni da risolvere. A partire dalla burocrazia che per il rottamatore è la «madre di tutte le battaglie. Significa – dice Renzi – cambiare mentalità, tutti» e arrivando al problema giovani. Su quest’ultima questione l’inquilino di Palazzo Chigi pone tutta la sua attenzione definendola come la «responsabilità che sente maggiormente».

L’incontro digitale con i cittadini, durato qualche minuto, si conclude con il tweet di Renzi che si congeda dicendo: «Mi fermo qui. Altrimenti passo la domenica su Twitter». Il lavoro da premier per Matteo Renzi è iniziato già ieri. Dopo il gelido passaggio della campanella con unLetta chiaramente freddo ed infastidito, Renzi ha dato inizio al primo Consiglio dei Ministri del nuovo governo, al termine del quale ha chiamato i due marò, Latorre e Girone, “prigionieri” in India, per rassicurarli di un impegno certo per la loro liberazione. 

Nel frattempo le prime dichiarazioni dei nuovi ministri offrono una prima indicazione del programma di Governo. Marianna Madia, la neo ministra alla Pubblica Amministrazione ha annunciato un possibile riforma del lavoro pubblico incentrata soprattutto sulla rotazione degli alti dirigenti: «Ci sembra inaccettabile – dice la ministra col pancione - che tanti alti dirigenti restino fermi, bloccati nei loro prestigiosi incarichi per anni e anni, accumulando così potere su potere e disinteressandosi spesso del funzionamento della macchina. Se la macchina deve funzionare bene, deve cominciare a funzionare da chi la guida».

Riforme possibili anche nel settore scuola. La neo ministra Stefania Giannini, già da parlamentare e membro della 7^ commissione aveva presentato un disegno di legge di iniziativa parlamentare, volto a cambiare l’impostazione della governance degli istituti.

Un disegno di legge che aveva creato già non pochi timori e preoccupazioni tra le associazioni studentesche, prevedendo di fatto, l’istituzione di veri e propri Cda interni all’istituto con una minima rappresentanza degli studenti. Un’iniziativa parlamentare, quella della Giannini, che ben poco si confà alle idee dello stesso Renzi sull’impostazione del sistema scolastico. 

Il nocciolo più infuocato resta però quello dell’economia. Il ministro Padoan, non ancora effettivamente nominato e di cui si attende l’ufficiale giuramento già la prossima settimana, ha annunciato la possibilità di una riduzione del cuneo fiscale. Resta viva anche l'ipotesi di una patrimoniale, Alfano permettendo. 

In tal modo, mentre la stampa inizia a puntigliare la nuova compagine di governo ( a volte con articoli poco degni di nota, come quello comparso ieri sul sito affaritaliani.it ed in seguito prontamente cancellato in cui si rendevano note le qualità del fondoschiena della ministra Boschi), Renzi ed i suoi sembrano essere pronti ad agire, anche perché c’è un impegno da rispettare, una promessa che noi non dimenticheremo: una riforma al mese o tutti a casa![MORE]

Sergio Sulmicelli
 

foto da repubblica.it