Politica
Renzi annuncia in Senato i temi portanti del vertice Ue che inizierà domani
ROMA, 24 GIUGNO 2015 - Grecia e immigrazione sono i due principali temi su cui verterà il Consiglio europeo di domani e venerdì a Bruxelles. Il premier Matteo Renzi lo annuncia durante le comunicazioni di stamane all’Aula del Senato.[MORE]
"Il tema di maggiore impatto del Consiglio Ue oltre a quello dell'immigrazione sarà il rapporto tra Grecia ed Europa e la permanenza della Grecia nella zona euro", ha detto Renzi, "i greci devono sapere, e glielo diciamo con l'affetto degli amici, che esiste una forte pressione da parte dell'opinione pubblica per utilizzare questa finestra che si apre per chiudere i conti con la Grecia ed eliminare una volta per tutte la questione greca dall'Europa, in particolare da parte dei paesi entrati dopo e che vedono la necessità di dare risposte. Ma, e lo dico al governo greco, serve uno sforzo reciproco". "Il lavoro dell'Eurogruppo deve vedere una forte consapevolezza dei rischi ove l'accordo non si realizzasse" soprattutto per la Grecia.
Renzi ha poi parlato delle riforme: il presidente del Consiglio ha spiegato che l'Italia ha fatto passi avanti nel panorama internazionale. Passi avanti definiti dal premier “positivi ma non sufficienti”, “ma se oggi l'Italia è nelle condizioni di non essere più sul banco degli imputati, questo si deve non a fenomeni magici provenienti dall'esterno, ma all'attività parlamentare: il vero fondo salva Stati è stata la capacità di fare le riforme strutturali”.
Renzi ha poi parlato della gestione dei migranti: "È molto difficile riuscire a gestire la questione immigrazione trovando una giusta via tra paura da un lato e buonismo e superficialità dall'altro. Lo scorso 24 giugno 59.600 cittadini erano sbarcati sulle coste italiane. Oggi il numero è leggermente più alto, 61.400, ma c'è una novità profonda. E' finalmente una priorità nell'agenda politica europea". Si tratta di capire, ha aggiunto Renzi, "come lo vogliamo affrontare: il primo modo è lo scontro politico, possiamo stare in campagna elettorale permanente", o affrontarlo "in modo solido" come fa un "grande paese", ha aggiunto.
Il cammino delineato dal presidente del Consiglio procede quindi su due strade: la prima è quella dello scontro politico, oppure far intervenire il sistema-Italia. Il principio di Dublino è profondamente sbagliato, è un errore politico non considerare la frontiera europea, ma siamo in una comunità e per cambiare una regola bisogna creare consenso. Così come all'interno, anche negli altri Paesi c'è chi gioca sulla paura. Noi siamo un grande Paese che è perfino nelle condizioni di farcela da solo, è l'Europa che non può permettersi di lasciare che un Paese faccia da sé".
"Chi ha diritto all'accoglienza deve essere accolto - ha aggiunto il premier - l'Italia non è il paese dei balocchi, non possiamo continuare a dare una rappresentazione ridicola all'estero. L'Europa non può permettere questo. Tutte le forze politiche diano una mano in questo sforzo del governo italiano e, guardo alla sinistra di quest'aula, non possiamo avere più paura del concetto di rimpatrio. Lo sforzo che noi facciamo è di investire sulla cooperazione internazionale". Ma se un simile investimento non andrà a buon fine, “l'Italia farà fronte "da sola" all'emergenza profughi facendo a meno dell'aiuto dell'Unione europea ma è l'Europa a non potersi permettere di ignorare "il Mediterraneo che brucia" e "i bambini che affogano".
Luna Isabella
(foto da infooggi)