Politica
Renzi, abolizione della Tasi e dell'Imu nel 2016
PESARO, 26 AGOSTO 2015 – «Il prossimo anno togliamo Tasi e Imu per tutti. Non è possibile continuare questo giochino», ha annunciato ieri il premier Matteo Renzi a Pesaro, nell’ambito del tour istituzionale sulla costa adriatica, avviato dopo la pausa estiva con il Meeting di Comune e Liberazione a Rimini, per poi passare in serata anche dall’Aquila (terza e ultima tappa della giornata), dove non sono mancati momenti di tensione tra le forze dell'ordine e un gruppo di manifestanti.[MORE]
Tasse, ripresa economica, immigrazione, riforme, i temi affrontati dal capo del governo, in linea con l’agenda e gli obiettivi dei prossimi mesi, tralasciandone altri di estrema attualità, come quelli relativi alla famiglia e alla scuola.
Quanto alla leva fiscale, ridurre la tassazione – ancor più in Italia, dove «è esagerata» – consente di garantire e restituire «equità sociale», ha puntualizzato Renzi: «non si tratta di estrarre il coniglio dal cilindro» incalza, né lo si fa «solo per il consenso». In tal senso, «abbassare le tasse è una scommessa», per la quale non è sufficiente un anno, ha aggiunto, per poi procedere con l'anteprima del cronoprogramma sulle tasse: «Nel 2014 gli 80 euro, un intervento che rimane per sempre, poi il costo del lavoro nel 2015, il prossimo anno togliamo Tasi e Imu. Poi nel 2017 l'Ires, la tassa sulle imprese oggi al 31% per portarla al 24%. E nel 2018 l'Irpef».
Sul piano economico, invece, il presidente del Consiglio ha esortato ad avere maggiore fiducia e a smettere di «piangersi addosso», ricordando che lo spread, dopo le difficoltà degli ultimi mesi, non è più un problema.
«Noi prima salviamo vite umane anche a costo di perdere voti. È una questione di civiltà», ha dichiarato sulla questione immigrazione il premier, che, volgendo poi l’attenzione ai temi di politica interna, ha osservato: «Il tentativo che stiamo facendo con le riforme è di fare ripartire l'Italia dopo vent'anni in cui è stato premuto il tasto “pausa”». «L'Italia - ha aggiunto Renzi - in questi 20 anni ha trasformato la Seconda Repubblica in una rissa permanente ideologica che ha smarrito il bene comune e mentre il mondo correva è rimasta ferma in discussioni sterili interne». E ancora: «Io credo che il berlusconismo e per certi versi anche l'antiberlusconismo hanno messo il tasto “pausa” al dibattito italiano e abbiamo perso occasioni clamorose. Ora il nostro compito è di rimetterci a correre».
Domenico Carelli
(Foto: corriere.it)