Cronaca
Rende (Cs), nessuna infiltrazione mafiosa: Alfano non dispone lo scioglimento del Comune
RENDE (CS), 27 SETTEMBRE 2013-Il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha firmato il decreto che sostanzialmente pone termine alla procedura d’accesso al Comune di Rende (Cs). Secondo il Viminale non sarebbero stati riscontrati i presupposti per lo scioglimento per infiltrazioni o contiguità mafiose dell’Ente.
La Commissione d’accesso antimafia aveva fatto il suo ingresso nel municipio rendese nello scorso novembre, in seguito all’arresto dell’ex sindaco Umberto Bernaudo e dell’ex assessore Pietro Ruffolo. I due politici, dapprima posti agli arresti domiciliari e poi rimessi in libertà dai giudici del Tribunale della libertà di Catanzaro, sono accusati di aver ricevuto l’appoggio elettorale di un presunto esponente della ‘ndrangheta cosentina, nelle elezioni provinciali del 2009. I giudici hanno tuttavia respinto l’aggravante delle modalità mafiose e del concorso esterno in associazione mafiosa per i due ex consiglieri provinciali, nonostante le insistenze della Direzione distrettuale antimafia.
Fioccano intanto le reazioni sulla decisione del Ministero dell’Interno. «Con la firma da parte del Ministro dell’Interno on. Alfano del decreto di chiusura del procedimento iniziato con la commissione d’accesso al Comune di Rende si chiude definitivamente una fase caratterizzata da uno spregiudicato e strumentale tentativo di infangare la città di Rende con l’evidente scopo di sollevare polveroni e fare di tutte le erbe un fascio.» E’ quanto afferma il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio che prosegue: «Abbiamo contrastato sin dall’inizio questi tentativi senza alcuna esitazione, forti della certezza che la città di Rende non poteva essere accomunata ad altre realtà nelle quali i condizionamenti, le infiltrazioni e le collusioni con la mafia e le organizzazioni criminali ne hanno caratterizzato l’azione amministrativa e di governo le cui conseguenze vengono pagate dalle comunità amministrate che non hanno alcuna responsabilità. La conclusione dei lavori della commissione di indagine oltre a fare piazza pulita di ogni tentativo teso ad alterare la realtà rende giustizia alla storia di una città che costituisce una esperienza positiva ed avanzata di governo locale in Calabria e nel Paese».
«Il provvedimento del Ministro Alfano,( peraltro capo della delegazione del PDL nel Governo Letta, nonché segretario nazionale del medesimo PDL), rende giustizia alla Città di Rende, che l’opinione pubblica ha sempre riconosciuto e riconosce come una eccellenza della Calabria e dell’intero Mezzogiorno per la qualità del suo tessuto urbano, per aver saputo ospitare l’Università degli Studi della Calabria, per i servizi che offre, per le istituzioni culturali che possiede e per la robustezza della sua economia». E’ questo il commento del circolo del Pd rendese sulla vicenda. «Il Partito Democratico di Rende -si legge in una nota- che non si è mai piegato alle persecuzioni subite, non mancherà di mettere in campo iniziative, idee e progetti per dare continuità alla incisiva azione del riformismo rendese, che ha saputo realizzare una città bella fuori e dentro, una città pulita, ricca di robusti anticorpi che sono stati e sono in grado di salvaguardare e tutelare le Istituzioni da ogni forma di inquinamento e/o condizionamento».
«Il provvedimento del Consiglio dei Ministri rispetto all’accertamento di eventuali condizionamenti mafiosi nell’attività amministrativa del Comune di Rende fa finalmente giustizia di una rappresentazione falsa e distorta della realtà rendese. Chi conosceva, anche solo superficialmente, questa Città non poteva onestamente ritenere che esistessero poteri criminali tali da condizionarne la vita amministrativa e politica». Con queste parole attraverso una nota congiunta Mario Caligiuri, Commissario regionale IDV, Emilio De Bartolo, già Vice Sindaco di Rende, Giancarlo Scarpelli, Commissario cittadino IDV Rende esprimono la loro soddisfazione sulla decisione del Viminale. «Solo una ingiusta strumentalizzazione politica -proseguono- poteva tentare di far passare questo messaggio. Rende e’ invece sempre stata ritenuta, ed e’ tutt’oggi, una Città colta, progredita ed avanzata rispetto a tante realtà della nostra Regione e pur non potendo escludere che nel tessuto sociale possano esistere sacche di illegalità e devianza, queste stesse sono sempre state marginali ed in ogni caso mai hanno condizionato e pervaso l’attività amministrativa. «Oggi per la Città -conclude la nota- e’ una giornata felice, perché riconquista l’onore perduto. Da domani, come partito di IDV, a tutti i livelli, cominceremo a pensare alla imminente campagna elettorale».
«Esprimo la mia soddisfazione per la decisione del Ministro dell’Interno, che, con proprio decreto, ha messo la parola fine alla questione della paventata infiltrazione della criminalità organizzata nel Comune di Rende». Questo invece il commento del consigliere regionale Mimmo Talarico. «Non ho mai nascosto -sottolinea- le mie perplessità su alcuni metodi che hanno caratterizzato la gestione del Comune in certi frangenti, ma ho sempre pensato che per Rende non si potessero applicare metri di giudizio purtroppo applicabili ad altre realtà della nostra regione».
Un periodo a dir poco turbolento per il Comune oltre il Campagnano che oltre all’accesso della commissione antimafia ha dovuto fare i conti anche con le dimissioni del sindaco Vittorio Cavalcanti, eletto nel 2011, che ha portato all’insediamento del Commissario prefettizio. Ora, archiviata la vicenda sulle presunte infiltrazioni mafiose, alla prima tornata elettorale utile Rende potrà tornare alle urne. [MORE]
Davide Scaglione