Politica

Regione Lombardia: Aprea boccia Dl Lavoro

MILANO, 23 APRILE 2014 - Perentorie le dichiarazioni di Valentina Aprea, assessore di Regione Lombardia, sul Dl Lavoro: "Regione Lombardia boccia la versione del decreto lavoro su cui il Governo ha chiesto la fiducia, perchè non soltanto stravolge l'impianto originario del decreto, ma arriva ad irrigidire la disciplina della flessibilità in entrata precedente al decreto stesso".

Sul provvedimento per il quale il governo ha richiesto la fiducia, l'assessore lombardo ha inoltre affermato: "Evidentemente la lezione della riforma Fornero non ha insegnato nulla. Non è bastato constatare che le scelte delle imprese non possono essere modificate per decreto, senza determinare una contrazione dell'occupazione. Non è bastato verificare che il 70% delle assunzioni fatte nel 2013 sono state fatte a tempo determinato, nonostante la stessa riforma Fornero ne abbia sfavorito l'utilizzo, innalzandone anche il costo rispetto ai contratti a tempo indeterminato".[MORE]

Valentina Aprea precisa che la Regione aveva "salutato positivamente il decreto Poletti", poichè vi è la convinzione "che le imprese debbano essere libere di assumere con qualunque tipologia contrattuale, purchè i lavoratori siano sostenuti con un robusto sistema di politica attiva che li aiuti nella transizione tra un contratto di lavoro ed un altro e tra un'impresa ed un'altra".

"In particolare - sottolinea l'assessore - avevamo plaudito alla semplificazione dell'apprendistato per favorire l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Invece, i lavori d'aula hanno non solo hanno reintrodotto l'obbligo di stabilizzazione del 20% di apprendisti introdotto proprio dalla Fornero, ma hanno anche recuperato l'obbligo della formazione pubblica quasi sempre pleonastica, soprattutto quando riguarda i giovani neo-diplomati e neo-laureati".

Diverse le aspettative della Lombardia sul Dl Lavoro, quindi, soprattutto in vista di Expo. Proprio per tale occasione, Aprea ha chiarito che ci si sarebbe aspettato che "il limite massimo di contratti temporanei che ciascuna impresa può stipulare potesse essere aumentato tramite accordi territoriali e aziendali, per non perdere nessuna possibilità occupazionale".

Valentina Vitali

(Foto: www.nanopress.it)