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Regeni: sequestro in piazza Tahrir, zona sorvegliata dagli agenti del generale Shalaby

IL CAIRO, 11 APRILE 2016 - Le cellule telefoniche a cui Giulio Regeni si sarebbe agganciato il giorno della sua scomparsa, il 25 Gennaio scorso, rivelerebbero che il luogo del suo sequestro sia stato piazza Tahrir e non la zona tra la sua abitazione a Il Cairo e la metro di Dokki.[MORE]

Quella sera proprio piazza Tahrir sarebbe stata zona controllata dagli agenti del generale Shalaby, l'uomo che ha riferito svariate versioni sul ritrovamento del cadavere del ricercatore friulano. L’identificazione della zona del sequestro è un dato cruciale per l’andamento delle indagini, in quanto in primis alimenterebbe la tesi del depistaggio da parte delle autorità egiziane (a riprova di ciò c’è il riserbo delle stesse nella consegna delle immagini registrate dalle telecamere delle metropolitane dove Regeni sarebbe passato), poi accrediterebbe quanto riferito dalla Sicurezza Nazionale del generale Shalaby la sera del 25 Gennaio, quando al termine delle operazioni in piazza Tahrir parlava di "19 egiziani e uno straniero arrestati". Nei giorni successivi gli stranieri in manette sarebbero divenuti due, uno turco e l'altro di incerta nazionalità, forse americano.

Stando a quanto riferito da un giornale locale, l’ ”americano” sarebbe stato fermato in un bar e accusato di "incitare a scendere in piazza in occasione della ricorrenza della rivoluzione del 25 Gennaio". Una circostanza di non poca rilevanza, ma taciuta dagli inquirenti egiziani. Forse lo straniero fermato, di cui tutt’oggi non s’è chiarita la nazionalità, poteva essere Giulio. Come scrive il "Corriere della Sera", la dinamica secondo cui Giulio Regeni sarebbe stato ucciso da una banda di rapinatori, dinamica ‘comprovata’ dal ritrovamento dei documenti dello studente in casa di uno dei presunti aguzzini, starebbe sempre più perdendo credito. "Ce li ha messi la polizia dopo aver ucciso mio fratello, mio padre e mio marito - ha raccontato Rasha, parente delle vittime -. Lo prova il fatto che il portafogli che mio fratello aveva con sé quando è uscito di casa per poi non rientrarvi mai più, ucciso dalla polizia, è stato ritrovato nella sua abitazione quando gli agenti l'hanno perquisita. E' tutta una messa in scena".

 

Luna Isabella

(foto da telegm24.it)