Politica
Referendum trivelle: mentre se ne discute alla Cei, Grillo contesta l'astensionismo promosso dal Pd
ROMA, 18 MARZO 2016 - Nella questione ambientale discussa dai vescovi italiani durante il Consiglio Episcopale Permanente, gli stessi vescovi hanno fatto rientrare la tematica delle trivelle “ossia se consentire o meno agli impianti già esistenti entro la fascia costiera di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino all'esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza delle concessioni".[MORE]
Questo quanto rinvenuto dal comunicato del Consiglio Episcopale Permanente, dove si sottolinea "l'importanza che essa sia dibattuta nelle comunità per favorirne una soluzione appropriata alla luce dell'Enciclica Laudato Si' di papa Francesco". Secondo mons. Galantino “non c'è un sì o un no da parte dei vescovi al referendum", ma "il tema è interessante e occorre porvi molta attenzione". Poi ha continuato sostenendo che "gli slogan non funzionano. Bisogna piuttosto coinvolgere la gente a interessarsi alla questione". "Il punto, quindi - ha aggiunto -, non è dichiararsi pro o contro alle trivelle, ma l'invito a creare spazi di incontro, di confronto". Aderendo alle discussioni della Chiesa in materia, ciò che è indispensabile è “parlarne, non fermarsi al sì o al no, perché manca un sufficiente coinvolgimento delle persone". "E non si tratta - ha concluso - del solo problema delle trivelle, domani ci sarà quello del nucleare, poi altri ancora. Manca piuttosto l'approccio culturale, il ragionare sulle cose".
Ma altre posizioni non tardano a farsi sentire. Beppe Grillo lancia l'hashtag#pdtrivellademocrazia e su Twitter scrive: "Pd trivella democrazia e invita all'astensione dal voto”. "Il 17 aprile votiamo sì", ribadisce Grillo sul proprio blog. "Il Partito democratico – dichiara - ha ufficialmente scelto di fare campagna per l'astensione. I rappresentanti piddini inviteranno i cittadini a restare a casa: per non esercitare il diritto-dovere sancito dalla Costituzione. È uno scandalo. Sconsigliare la partecipazione è un gesto vigliacco. Il Partito degli Ignavi - prosegue Grillo - ha deliberatamente scelto di non risparmiare 360 milioni di euro, imponendo di non accorpare il referendum con le amministrative. Giusto per fare due calcoli, quei soldi avrebbero ripagato circa la metà delle perdite dei cittadini truffati dal salva-banche". Roberto Speranza, esponente della minoranza Pd, parla al Giornale Radio Rai e invita il Pd a "cambiare posizione sulla vicenda trivelle, è inaccettabile immaginare un grande partito, il più grande del Paese, che invita i cittadini all'astensione. Sarebbe un errore madornale". Per il capogruppo alla Camera Ettore Rosato, anch’egli intervistato dalla stessa emittente radiofonica, si tratta di “un referendum inutile, costoso che non si poteva abbinare alle amministrative". "Questo non è un referendum contro le trivellazioni - aggiunge Rosato - questo è un referendum che vorrebbe chiudere alcune piattaforme che estraggono il gas. Migliaia di lavoratori ci operano e ci sono grandi investimenti".
Romano Prodi promuove il ‘No’: "se dovessi votare voterei certamente per mantenere gli investimenti fatti, su questo non ho alcun dubbio anche perché è un suicidio nazionale quello che stiamo facendo. Quindi se voto al referendum voto no", dice ai microfoni di Affaritaliani. "E' un tema importantissimo – continua l'ex premier -. Ci ho riflettuto bene e devo dire che mi sono sempre schierato sull'assoluta necessità di avere, ovviamente nella massima sicurezza, una produzione nazionale, come hanno tutti i Paesi. E' assolutamente necessario anche attrarre gli investimenti esteri, come accade in tutte le nazioni del mondo, certamente, come detto, garantendo la massima sicurezza. E comunque se non lo facciamo noi nello stesso mare lo fanno altri. Poi, sul caso specifico della consultazione referendaria, rifletterò bene quando torno in Italia". Anche Francesco Boccia, deputato Pd e presidente della commissione Bilancio, ha espresso il suo dissenso verso l’astensionismo a Montecitorio: "se rimaniamo sull'astensione finirà che il Paese avrà alcune regioni per il sì e alcune per il no. E il Pd che fa? Il federalismo delle trivelle. Non ha senso. Ha più senso dire sì o no. Contiamoci in direzione, andranno alcuni in maggioranza e altri in minoranza e ci mettiamo la faccia sia nelle regioni che vogliono le trivelle sia in quelle che non le vogliono". Stamani a Roma, in piazza del Pantheon, il Comitato nazionale "Vota SI' per fermare le trivelle" ha organizzato un flash mob denominato "Un mare nero", a cui partecipa una larga fetta di cittadini e attivisti fermamente contraria al deturpamento di splendidi paesaggi naturali a fini di lucro, a un mese dal referendum in cui si chiederà di votare sì "per evitare che le multinazionali del petrolio e del gas possano sfruttare le concessioni di cui già dispongono 'sine die', quindi senza alcun vincolo temporale e fino all'esaurimento dei giacimenti".
Luna Isabella
(foto da zeroemission.eu)