Cronaca

Referendum sull'Euro e nuovi confini d'Europa

MESSINA, 18 FEBBRAIO 2014 - Da qualche settimana a questa parte, è iniziata una raccolta firme per porre in essere un referendum che sancisca l'abolizione dell'Euro. Naturalmente si tratterebbe di una scelta che personalmente definirei troppo drastica e dalle conseguenze economiche non preventivabili. Tuttavia esiste anche una di mezzo: ridisegnare i confini europei attraverso nuove logiche che pongano come presupposto base il benessere dei cittadini europei e non gli interessi delle multinazionali.[MORE]

Non è semplice populismo affermare che dall'entrata in vigore dell'Euro gli italiani hanno visto ridurre drasticamente il potere d'acquisto del proprio stipendio. Non è una visione neanche costatare che la gestione franco-tedesca della moneta unica ha penalizzato l'economia italiana. Inoltre, l'espansione dell'Unione europea verso i Paesi dell'est, ha rappresentato un ulteriore fattore di choc-sociale. Perché meravigliarsi se la Svizzera decide di auto tutelarsi limitando l'immigrazione? Tra l'altro, la prossima inclusione di nazioni come Turchia e Ucraina, potrebbe configurare un ulteriore passo verso la destabilizzazione sociale dell’Ue.

Oramai è innegabile, il progetto degli Stati Uniti d'Europa è miseramente fallito: coloro che credevano fosse possibile importare il modello americano d'integrazione, hanno ricevuto una doccia fredda alle loro ambizioni. Tuttavia i piani espansionisti europei non si fermeranno: ci sono troppo interessi di banche e aziende multinazionali verso certi Paesi emergenti. Solo il fatto di poter reperire manodopera con salari dimezzati, diventa incentivo per allargare ulteriormente i confini europei.

Il colpo di grazia all'Europa arriverà dall'Africa. Il solo Egitto, che si affaccia sul Mediterraneo, nei prossimi decenni vedrà raddoppiare la propria popolazione, e visti i tumulti popolari, tuttora in atto, c'è da credere che gran parte di questa gente vedrà nell'Ue una sorta di terra promessa. Probabilmente si giungerà al punto di non ritorno, in cui l'Europa non sarà più grado né di gestire né di limitare l'imponente flusso migratorio. Con queste coordinate, come dar torto alla Svizzera?

E adesso la domanda da un milione di euro: come si comporterà l'elettorato europeo quando l'immigrazione diverrà un fenomeno ingestibile? Probabilmente assisteremo a una svolta nazionalista nei prossimi anni, che potrebbe anche sancire la fine del sogno europeo. Tuttavia, esiste ancora una lontana possibilità di guarigione, ma occorre grande coraggio nelle scelte politiche: i confini europei dovranno essere ristretti a tempo indeterminato. Alcune Nazioni che fanno già parte dell'Unione, dovrebbero essere escluse dall'Unione; fin quando non raggiungeranno il giusto livello socio-culturale, idoneo per far parte dell'Ue.

I confini europei dovrebbero ricalcare approssimativamente quelli dell'impero di Carlo Magno; allargato ai paesi scandinavi e britannici. E' giunta l'ora di operare scelte dolorose, che potrebbero anche condurre a gravi conflitti politici e non solo; ma si tratta di sopravvivenza. In questo modo, forse si potrebbe preservare la moneta unica dall'estinzione, altrimenti possiamo anche attendere inermi mentre l'Ue spinta dalle esigenze delle multinazionali, si espanderà a macchio d'olio, senza alcuna cognizione degli effetti futuri.

Fabrizio Vinci