Referendum su Jobs Act: Avvocatura dello Stato giudica quesito "inammissibile perché manipolativo"
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Referendum su Jobs Act: Avvocatura dello Stato giudica quesito "inammissibile perché manipolativo"

giovedì 5 gennaio, 2017

ROMA, 5 GENNAIO - Il quesito referendario per abrogare le modifiche apportate con il Jobs Act all'art. 18 dello statuto dei lavoratori sui licenziamenti ha "carattere surrettiziamente propositivo e manipolativo" e per questo "si palesa inammissibile". È quanto scritto dall'Avvocatura dello Stato, che ha depositato oggi le tre memorie sui referendum abrogativi in materia di lavoro che la Corte Costituzionale dovrà valutare sul piano dell'ammissibilità l'11 gennaio. [MORE]

I quesiti che la Consulta dovrà esaminare in camera di consiglio riguardano le modifiche apportate in materia di licenziamenti, le disposizioni che limitano la responsabilità in solido di appaltatore e appaltante, in caso di violazioni nei confronti del lavoratore e la questione sui cosiddetti voucher, ossia i buoni lavoro per il pagamento delle prestazioni accessorie previsti sempre dal Jobs Act

Una eventuale abrogazione, attraverso il referendum, delle norme sui voucher previste dal Jobs Act rischierebbe di produrre un vuoto normativo: "L’abrogazione dal corpo del decreto legislativo 81/2015 dei tre articoli suddetti - si legge nella memoria - potrebbe determinare un vuoto normativo idoneo a privare di una compiuta e necessaria regolamentazione, tutte quelle prestazioni che - per la loro limitata estensione quantitativa o temporale - non risultino utilmente sussumibili nel paradigma normativo del lavoro a termine o di altre figure giuridiche contemplate dall'ordinamento vigente".

L'Avvocatura, nello specifico, rileva che "il proposito referendario non è tanto quello di sopprimere il 'voucher', quale strumento di remunerazione e disciplina del lavoro accessorio, ma di abolire lo stesso istituto del lavoro accessorio" e su questa base chiede che il quesito sia dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzionale.

Sul terzo punto, il quesito referendario sull'art.18, "proponendosi di abrogare parzialmente la normativa in materia di licenziamento illegittimo, di fatto la sostituisce con un'altra disciplina assolutamente diversa ed estranea al contesto normativo di riferimento; disciplina che il quesito ed il corpo elettorale non possono creare ex novo, né direttamente costruire", scrive l'Avvocatura dello Stato sostenendo che il quesito punta a estendere i vincoli al licenziamento previsti dall'art.18 a tutte le aziende con più di 5 dipendenti.

 

Giuseppe Sanzi

(fonte immagine huffpost.com)


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