Politica

Referendum Jobs Act, oggi la decisione della Corte Costituzionale

ROMA, 11 GENNAIO – Il mese di gennaio rappresenta un periodo cruciale per la politica interna italiana, che si prepara ad affrontare alcuni snodi fondamentali intorno ai quali si determinerà non solo l’azione e la durata del giovane governo di Gentiloni, ma anche il futuro delle politiche sociali e del lavoro dei prossimi mesi.

Ancora una volta non saranno le forze parlamentari al centro del sistema, ma un organo di natura non prettamente politica che negli ultimi anni ha acquisito, sempre di più, un’influenza diretta anche sulle dinamiche politiche: la Corte Costituzionale.

La Consulta, infatti, oggi sarà chiamata a valutare l’ammissibilità dei quesiti referendari, proposti dalla Cgil, contro il Jobs Act approvato dal governo Renzi nel 2014 e, conseguentemente, contro alcuni elementi dei suoi decreti attuativi.

Nello scorso luglio il sindacato guidato da Susanna Camusso aveva depositato oltre 3 milioni di firme per presentare tre referendum di natura abrogativa che verranno eventualmente votati nel corso di questa primavera. Ecco, sinteticamente, cosa riguardano i tre quesiti posti al vaglio della Corte.

Abolizione dei voucher

Il primo è volto alla cancellazione dello strumento dei voucher, vale a dire la retribuzione delle prestazioni lavorative sotto forma di “buoni”. Esattamente il quesito chiede: “Volete l’abrogazione degli articoli 48, 49 e 50 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, recante Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’art. 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183?”.
Il meccanismo dei “buoni” era stato introdotto con finalità positive, cercando di far emergere forme di lavoro “nero” soprattutto nelle zone del Mezzogiorno italiano. Tuttavia, nelle ultime settimane si sono sollevate polemiche su quello che è considerato un abuso dell’utilizzo dei voucher, in particolare in alcuni segmenti di mercato come quello dell’edilizia.

Ripristino dell’articolo 18
Il secondo punto mira a ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, uno dei cavalli di battaglia delle lotte sociali dei sindacati, che sanciva il diritto al reintegro da parte del lavoratore licenziato senza una giusta causa. Il Jobs Act, nonostante le tensioni politiche, era riuscito a sostituire il reintegro – già reso più complesso dalle modifiche introdotte dalla Fornero – con un indennizzo economico in caso di licenziamento illegittimo.

Responsabilità delle aziende nelle gare di appalto

L’ultimo quesito riguarda l’abolizione dell’art. 29 del d.lgs. 10 settembre 2003, ovvero la riattivazione di maggiori responsabilità in capo alle imprese appaltatrici ed appaltanti in caso di violazioni subite dai lavoratori, norma che era stata abolita dalla legge Biagi del 2003 e, in seguito, modificata dalla legge Fornero.

La Consulta sarà protagonista anche il 24 gennaio, quando si pronuncerà sulla legge elettorale, l’Italicum, intervenendo sui pilastri del sistema elettorale, vale a dire su premio di maggioranza, le liste bloccate e sul metodo di trasformazione dei voti in seggi.

Saranno, dunque, settimane molto calde alla fine delle quali avremo maggiori elementi per decifrare la direzione verso la quale la politica interna italiana si incamminerà nei prossimi mesi.[MORE]

 


Carlo Giontella

Immagine da contropiano.org