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Referendum Jobs act, la Consulta esaminerà l'ammissibilità l'11 gennaio

ROMA, 14 DICEMBRE - Dopo aver raccolto oltre 3 milioni di firme a sostegno, la Cgil ha proposto tre referendum con l'obiettivo di cancellare le norme del Jobs Act che hanno modificato l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e quindi la possibilità di licenziamento; di abrogare le disposizioni che limitano, in caso di violazioni nei confronti del lavoratore, la responsabilità in solido di appaltatore e appaltante, e infine di eliminare i cosiddetti voucher, ossia i buoni lavoro per il pagamento delle prestazioni accessorie. [MORE]

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha affermato che il referendum proposto dalla Cgil potrebbe essere un ulteriore problema per il Pd e il governo. «Se si vota prima del referendum il problema non si pone. Ed è questo, con un governo che fa la legge elettorale e poi lascia il campo, lo scenario più probabile. Sulla data dell'esame della Consulta è tutto come previsto», ha detto all’Ansa.

Immediata la replica della Sinistra Dem. «Più che invocare le urne per evitare che si svolga il referendum è necessario intervenire subito sul Jobs act, a partire dai voucher», ha dichiarato il deputato Roberto Speranza.

Intanto la Corte costituzionale esaminerà nella camera di consiglio dell'11 gennaio 2017, in aggiunta alle altre cause già fissate, l'ammissibilità del referendum. Le richieste dei tre referendum abrogativi sono già state dichiarate conformi a legge dall'Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione, con ordinanza depositata il 9 dicembre 2016.

Anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia è apparso fortemente critico nei confronti del referendum sul Jobs act, sottolineando l'incertezza legata all'ipotesi consultazione in merito. «Se non prendiamo posizioni su alcune cose l'ansietà del sistema Paese di giorno in giorno aumenta. I consumatori non consumano, gli investitori attendono e questo è un problema. Abbiamo fatto il Jobs act adesso c'è il referendum. Se arriva il referendum cosa accade? Io imprenditore attendo e non assumo. Questi sono i capolavori italiani dell'ansietà e dell'incertezza totale e i motivi per i quali gli imprenditori italiani sono i più bravi al mondo perchè vivono in condizione di perenne incertezza», ha detto Boccia.

Si rafforza dunque sempre più l'ipotesi di andare alle urne in primavera, per evitare, o almeno posticipare la consultazione sulla legge del lavoro, uno dei simboli dell'era Renzi.

[foto: tgcom24.mediaset.it]

Antonella Sica