Referendum costituzionale, si schiera anche Romano Prodi: "Un dovere rendere pubblico il mio Sì"
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BOLOGNA, 30 NOVEMBRE - "Anche se le riforme proposte non hanno certo la profondità e la chiarezza necessarie, tuttavia per la mia storia personale e le possibili conseguenze sull'esterno, sento di dovere rendere pubblico il mio sì, nella speranza che questo giovi al rafforzamento della nostre regole democratiche soprattutto attraverso la riforma della legge elettorale". Lo afferma, attraverso una nota, l'ex presidente del Consiglio e fondatore dell'Ulivo Romano Prodi. [MORE]
A cinque giorni dal voto dunque, arriva la presa di posizione dell’ex premier, che nella nota ha spiegato come sia stato fin qui "lontano dal prendere posizione in un dibattito che – ha precisato – ha fin dall’inizio abbandonato il tema fondamentale, ossia una modesta riforma costituzionale, per trasformarsi in una sfida pro o contro il governo".
"Voglio solo ricordare – prosegue Prodi – che la mia storia personale è stata tutta nel superamento delle vecchie decisioni che volevano sussistere nonostante i cambiamenti epocali in corso. Questo era l'Ulivo. La mia vicenda politica si è identificata nel tentativo di dare a questo paese una democrazia finalmente efficiente e governante: questo è il modello maggioritario e tendenzialmente bipolare che le forze riformiste hanno con me condiviso e sostenuto".
Poi un passaggio che sembra un chiaro riferimento non solo a Matteo Renzi, ma a tutto il Pd: "C'è chi ha voluto ignorare e persino negare quella storia, come se le cose cominciassero sempre da capo, con una leadership esclusiva, solitaria ed escludente. E c'è chi ha poi strumentalizzato quella storia rivendicando a sé il disegno che aveva contrastato".
Giuseppe Sanzi
(fonte immagine santannapisa.it)