Economia

Redditometro, il monito della Corte dei Conti: "no all'uso disinvolto dei dati"

ROMA, 16 GENNAIO 2013 – In seguito alla pubblicazione del decreto, il 4 Gennaio scorso, sulla Gazzetta Ufficiale, il Redditometro entra di fatto in vigore. Strumento dell’Agenzia delle Entrate per monitorare e contrastare l’evasione fiscale, contempla cento voci di spesa suddivise in 11 grandi categorie, tra cui trasporti, abbigliamento, tempo libero, comunicazioni, sanità, istruzione, beni e servizi.[MORE]

A partire da Marzo 2013 verranno effettuate verifiche nei confronti di 40 milioni di contribuenti per individuare importanti differenze tra le spese e il reddito, documentato a partire dalla dichiarazione del 2010, tenuto conto delle varie realtà territoriali e della composizione del nucleo famigliare. Solo nel caso in cui la forbice tra spesa e reddito sia superiore al 20% verranno effettuati ulteriori controlli.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha evidenziato che il provvedimento “abbandona il ricorso alla presunzione della disponibilità di pochi beni e si concentra sulla spesa effettuata dal contribuente" e al suo rapporto con il reddito dichiarato. Befera ha ricordato l’importanza di sradicare il problema dell’evasione fiscale, che sottrae ogni anno 120 miliardi di euro allo stato, e ha esaltato i risultati raggiunti: “nel 2012 sono stati confermati i risultati positivi 2011 nel recupero dell'evasione nonostante il periodo di crisi".

La Corte dei Conti, d’altro canto, con le parole del presidente Luigi Giampaolini, si augura che gli uffici dell’Agenzia delle Entrate operino con la massima attenzione e cautela: “il redditometro come tutti gli strumenti presuntivi ha bisogno di cautela per l'efficacia probatoria. E' necessario che l'amministrazione verifichi sempre i risultati e proceda all'accertamento”, specificando la necessità di evitare “l'uso disinvolto di informazioni disallineate e non verificate”.

Il vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate, Marco Di Capua, ha voluto sottolineare, dopo aver evidenziato le novità e i vantaggi dello strumento, che “non c'è una criminalizzazione della ricchezza, perché è giusto avere libertà nell'uso del proprio reddito” ma che occorre procedere a verifiche nei confronti dei “finti poveri” e degli evasori fiscali. Il redditometro, secondo le parole del Di Capua non si presenta quindi come “uno strumento di accertamento di massa”.

Controverse le opinioni e i pareri politici, in particolare riguardo alla questione dell’onere della prova, che, stando a quanto si apprende dall’Agenzia delle Entrate, dovrà essere a carico del contribuente, che sarà tenuto a fornire tutte le informazioni relative alle spese sostenute con redditi diversi da quello dichiarato nel periodo di riferimento. (foto: Repubblica.it)

Cristina Rendina