Cronaca
Reato di omicidio stradale ALI: Tema da approfondire
CATANZARO, 30 LUGLIO 2013 - La proposta dell'assessore Giampaolo Mungo di rispolverare la proposta, votata all’unanimita’ dal consiglio comunale a settembre 2011, per portare avanti l' iniziativa legislativa per il reato di omicidio stradale merita una riflessione da parte di un Movimento politico come il nostro da sempre sensibile ai temi sociali.
Pur comprendendo le motivazioni di coloro che spingono per l'introduzione della fattispecie criminosa nuova, nella fattispecie si punta a far passare le pene per chi uccide guidando sotto effetto di alcol o droga da 3-10 anni a un minimo di 8 a un massimo di 18 anni, non possiamo non far nostre alcune perplessità di ordine giuridico prospettate in Commissione Trasporti della Camera non molto tempo addietro.
E' ovvio che il fenomeno di chi uccide alla guida non può essere tollerata' ma in merito al reato di omicidio stradale si rende opportuna una riflessione, sia in relazione ad una comparazione con quanto accade in ambito europeo - tenuto conto che un divieto assoluto di riconseguire la patente di guida, ovvero il divieto di circolazione alla guida di autoveicoli e motocicli sul territorio nazionale, appare unica nel suo genere in tutto il territorio UE e potrebbe risolversi in pregiudizio della libertà di circolazione - sia in relazione al puntuale criterio di delega che fa riferimento espresso ai "princìpi di ragionevolezza, proporzionalità e non discriminazione nell'ambito dell'Unione europea".
Ma vi è di più. Quanto al profilo della eventuale previsione dell'obbligatorietà della custodia in carcere nei confronti dei responsabili di tali reati, la Corte Costituzionale, con ripetute ed anche recentissime pronunce (da ultimo la n. 232 del 16 luglio 2013), ha affermato l'illegittimità costituzionale di previsioni normative - ad eccezione del delitto di associazione di tipo mafioso - volte ad ancorare l'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere a criteri di mera automaticità. In altri termini qualsiasi norma, in relazione a qualsiasi tipologia di reato, che imporrebbe l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere verrebbe dubitata, in riferimento agli articoli 3, 13, primo comma, e 27, secondo comma, della Costituzione, di illeggitimità costituzionale. Spesso, sull'onda dell'emozione, la politica tenta di dare - giustamente - una risposta ma bisogna sempre avere presente i parametri costituzionali che poi, di fatto, annullano l'effetto perseguito.
Il problema non è varare una legge, nel caso in discussione quella di omicidio stradale, bensì quello della sua "resistenza" ai principi di diritto e ai cardini del nostro ordinamento giuridico. Il tema lanciato dall'assessore Mungo merita di essere approfondito e il nostro Movimento politico è disponibile ad organizzare dei tavoli di lavoro di confronto fra movimenti e associazioni.
Luigi CIAMBRONE, Presidente Nazionale Area Liberale Italia
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