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Rapporto Unioncamere allarmante per l'imperiese: la Provincia nel 2011 economicamente stagnerà
Imperia, 9 giugno 2011 - Allarmante rapporto per ciò che concerne l'economia imperiese, quello reso stamattina dall'Unioncamere italiana a Roma: per il 2011, a fronte di una debolissima crescita del Prodotto Interno Lordo italiano dello 0,1%, quello della Provincia dell'estremo Ponente ligure rimarrà fermo al palo. [MORE]Stagnazione completa per una zona che astrattamente in vari campi, turistico, agricolo, commerciale ed artigianale potrebbe conseguire ben altri risultati, ma che continua a rappresentare una zavorra per l'economia del Nord- Ovest che, timidamente, sta affacciandosi al di fuori del guscio protettivo in cui si era rifugiata al momento dell'inizio della crisi economica globale. Rimane indiscusso il fatto che l'incremento 2011 dell'economia italiana, pur presentando un modesto incremento rispetto agli anni precedenti, è ben lontano dalla media dell'Unione europea che raggruppa tutti i ventisette paesi confederati, compresa la disastrata Grecia, e che per quest'anno presenta un aumento del Pil dello 0,8%. Pur all'interno di un risultato nazionale poco esaltante e promettente per il futuro, quello imperiese è ancora peggiore. Imperia è, infatti, ben lontana dal dinamismo delle altre province con cui confina, per non parlare di quello del milanese che continua a confermarsi anche nel 2011 come la Provincia con il maggior aumento del Pil. La brutta notizia arriva alla vigilia della Festa per il sessantesimo compleanno della Cisl locale che si tiene oggi ad Imperia. Iniziata alle nove di mattina con il saluto del Vescovo della Diocesi di Albenga – Imperia Mario Oliveri, si conclude nel pomeriggio dal Segretario Nazionale del sindacato cattolico Anna Maria Furlan. Sicuramente quella disvelata stamattina è una “ grana” in più per il Segretario Generale provinciale del più popolare sindacato dell'Imperiese Claudio Bosio, ventimigliese. Come più volte ha sottolineato il Segretario provinciale degli edili Cisl Epifanio Giannì il boccheggiamento del mercato immobiliare locale, che ovviamente implica pure un freno allo sviluppo dell'edilizia, tradizionalmente uno dei settori trainanti dell'economia imperiese e, soprattutto, sanremese, è una delle cause principali di questa stagnazione. Non meglio vanno le cose per il settore floricolo e per quello turistico senza contare la grave crisi di incassi che affligge il Casinò municipale matuziano. L'impressione è che manchi un progetto complessivo di sviluppo economico che si allarghi a tutta la provincia voltando le spalle a quei perniciosi campanilismi, l' antagonismo tra Sanremo ed Imperia ormai dovrebbe appartenere alla storia remota di questa plaga, purtroppo insiti nel Dna ligure. “ E' giunto il momento di fare sistema”, disse una volta il Segretario Bosio ed il suo allarme quasi preconizzava la ricetta migliore per fronteggiare la più grave crisi economica mondiale del secondo dopoguerra. Per tanti anni, soprattutto durante quelli caratterizzati dalla Segreteria di Remigio Daquaro oggi promosso alla Segreteria regionale, la Cisl ha insistito affinché Imperia diventasse veramente, anche sotto il profilo industriale, il centro dell'alimentazione mediterranea, ma purtroppo alla fine il progetto accattivante non si è concretizzato. Nell'estremo ponente ligure non ci si è ancora decisi a fare sistema e ciò è la principale ragione delle non positive notizie che questa mattina l'Unioncamere nazionale ha riservato all'Imperiese.
Sergio Bagnoli