Cronaca
Rapporto Unicef, in Italia il 15,9% dei bambini vive in povertà
ROMA, 30 MAGGIO 2012 - Desta preoccupazione il tasso di povertà infantile nel nostro Paese. L'ultimo rapporto dell'Unicef, Misurare la povertà tra i bambini e gli adolescenti, certifica che l'Italia si situa agli ultimi posti fra i paesi più ricchi, ventinovesimo su trentacinque, con un tasso di povertà relativa per bambini e adolescenti tra 0 e 17 anni del 15,9% e con un 13,3% in condizione di «deprivazione materiale». Complessivamente, nei 35 paesi dell'Ocse, cioè i paesi industrializzati ad economia di mercato, 30 milioni di minorenni vivono in condizioni di povertà.
Sono due gli aspetti presi in considerazione dal decimo rapporto realizzato dal Centro di Ricerca Innocenti dell'Unicef: la deprivazione materiale infantile e la povertà relativa. Per il tasso relativo alla deprivazione materiale, si intende la percentuale di bambini e adolescenti che non ha accesso ad alcuni beni, servizi o attività ritenuti normali nelle società ad economia avanzata: fare almeno tre pasti al giorno, disporre di libri e giochi, di spazi per svolgere i compiti, di una connessione internet, partecipare a gite ed eventi scolastici, festeggiare eventi speciali e compleanni, e così via. Il secondo aspetto preso in considerazione dall'Unicef, cioè la povertà relativa, si riferisce alla percentuale di bambini e adolescenti che vivono al di sotto della soglia di povertà nazionale, che l'Ocse definisce come «il 50% del reddito medio disponibile dalle famiglie».[MORE]
Per quanto riguarda il primo parametro di riferimento, i paesi con i tassi più elevati sono Romania, Bulgaria e Portogallo, con rispettivamente il 70, 50 e 27% dei bambini in condizione di deprivazione materiale. Tra i paesi più ricchi, Francia e Italia hanno tassi superiori al 10%, mentre i paesi nordici si situano ai primi posti della classifica. Islanda, Svezia e Norvegia, ad esempio, hanno tassi inferiori al 2%. Anche nel secondo parametro preso in considerazione dall'Unicef, i paesi nordici mostrano tassi di povertà molto inferiori rispetto agli altri paesi, intorno al 7%, contro oltre il 20% di bambini che vivono in condizione di povertà relativa in Romania e negli Stati Uniti.
Dal confronto tra paesi ad economia simile, sottolinea l'Unicef, ci si rende conto del fatto che la povertà infantile in questi paesi non è inevitabile, ma è frutto delle scelte politiche prese in anni recenti. «La politica dei governi – scrive l'Unicef – ha impatti significativi sulla vita dei bambini e degli adolescenti». Ad esempio, «Danimarca e Svezia hanno tassi molto più bassi di povertà infantile rispetto a Belgio o Germania, ma tutti e quattro i Paesi hanno gli stessi livelli di sviluppo e reddito pro capite». La gran parte dei dati si riferisce però a misure prese in periodo pre-crisi grazie ai sistemi di protezione sociale, quindi c'è il rischio per il futuro che «con la crisi attuale le conseguenze di decisioni sbagliate saranno visibili solo tra molto tempo».
Serena Casu
(foto da www.unicef.it)