Rapisce un'amica per non farla drogare, condannato

Maurizio Fasano
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Rapisce un'amica per non farla drogare, condannato
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REGGIO EMILIA - Aveva rapito un’amica di famiglia per evitarle la droga. Il fin di bene, lo stato di necessità, questo è quello che ha invocato P.P., 48enne, per non farsi condannare.[MORE]
La cassazione però non è stata dello stesso avviso: “I tossicodipendenti non possono essere ‘guariti’ portandoli lontano dal loro ambiente e usando, a tal fine, anche metodi violenti, come l’uso di manette e narcotici. Perchè la libertà della persona è un bene che deve essere tutelato ancor prima di quello della salute a tutela della quale solo il magistrato può prescrivere 'trattamenti sanitari obbligatori”.

Una ragazza di Rolo aveva smesso di far uso di cocaina da tre mesi, ma la preoccupazione della madre e del fratello non si era comunque placata. La ragazza infatti continuava a far uso di droghe leggere e ad alternare stati di anoressia a stati di bulimia.
Preoccupati del fatto che potesse riprendere a far uso di cocaina, i familiari hanno pensato che sarebbe stato meglio allontanarla dal suo ambiente, dove aveva tutti i contatti con gli spacciatori.
E’ entrato a questo punto nella vicenda P.P., che, amico di famiglia, ha pensato di dare una mano alla ragazza rapendola con la forza e portandola a Gaggio Montano.
La cassazione ha quindi confermato la condanna del 2009 della corte di appello di Bologna.
 

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Scritto da Maurizio Fasano

Giornalista di InfoOggi

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