Cronaca
Rapinatore ucciso a Brindisi, i due agenti raggiunti da informazioni di garanzia
BRINDISI, 23 LUGLIO - Indagati i due poliziotti per omicidio colposo dovuto alla morte di un pregiudicato, facente parte della banda, composta da almeno cinque persone, alcuni giorni fa, ha aperto il fuoco contro la pattuglia della polizia intervenuta per sventare il tentativo di furto, dopo la segnalazione di un cittadino. Quando la polizia ha risposto al fuoco, Giovanni Ciccarone, di 50 anni, di Ostuni, è stato colpito a morte, mentre gli altri sono riusciti a fuggire a bordo di un’Audi A6. [MORE]
I due agenti sono stati raggiunti da informazioni di garanzia in vista dell’assegnazione da parte del magistrato inquirente, Piarpaolo Montinaro, dell’incarico per l’autopsia che verrà conferito domani.
Il magistrato assegnerà anche l’incarico per la perizia balistica.
«Non è un Paese normale quello in cui due appartenenti alle Forze dell’Ordine devono essere indagati per potersi tutelare, solo per aver fatto il proprio dovere». E’ questo il commento di Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), in riguardo alla supposizione del reato di omicidio colposo che pende sui due poliziotti che, due notti fa a Brindisi, sono intervenuti per l’assalto allo sportello bancomat, durante il quale uno dei rapinatori è rimasto ucciso.
«Lo chiamano ‘atto dovuto’ utile a conferire gli incarichi per autopsia e perizia balistica. Se si è convinti della bontà dell’operato dei colleghi, non è accettabile che siano indagati. In questo caso” – continua Paoloni – “dovrebbe essere lo Stato a partecipare al procedimento penale per garantire i propri appartenenti, senza obbligare i poliziotti a sborsare di tasca propria migliaia di euro per spese legali e peritali. I colleghi non erano in giro a zonzo per la città. Erano in volante, a rischiare la propria incolumità, per la sicurezza dei cittadini. Senza garanzie funzionali adeguate, non esistono forze dell’ordine efficaci” – conclude Paoloni – “Purtroppo il messaggio che passa è ben chiaro: se ti va bene ti paghi l’avvocato, se ti va male ci lasci le penne. Ancora una volta le telecamere sarebbero state utili per dirimere ogni controversia, in quanto l’accaduto sarebbe stato documentato».
Luigi Palumbo