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Ranieri e' cittadino onorario di Catanzaro. La cerimonia a Palazzo De Nobili [Foto e Video]
CATANZARO - «C'è anche il Catanzaro. Trionfa la provincia calcistica, rappresentata dalla sua squadra miracolo» si leggeva così tra le righe del Corriere dello Sport datato 20 Ottobre 1980, articolo che in una semplice frase inietta una dose di quell’emozione e quella grinta che una squadra, un tifoso poteva sprigionare nel vedersi materializzare un sogno inseguito per anni, il raggiungimento di un nuovo e grande traguardo da parte di quella che poteva essere una qualunque passione, poi diventata una compagna di vita. [MORE]
L’U.S. Catanzaro in tutta la sua magnificenza, in quella che è la sua completa composizione (giocatori-tifosi) ha rivissuto una giornata quasi come fosse un flashback, un ritorno a quella promozione nella massima tra le serie, tutto per dare il suo bentornato, ma soprattutto per dimostrarsi riconoscente nei confronti di una vecchia gloria ora divenuta internazionale, accolta per il conferimento della più alta tra le onorificenze: la cittadinanza onoraria, perché di onore ne ha portato tanto alla città e soprattutto ad un’intera nazione. Mister Ranieri, da qualche mese “the king”, ha fatto ritorno nella città che l’ha visto per otto stagioni consecutive (1974-1982), terzino della squadra simbolo, quella stessa squadra che dal 1929, nel bene e nel male, non ha mai fatto smettere di sognare i suoi fedeli ultras. Una cerimonia più che solenne, alla presenza del sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, del Presidente della Provincia Enzo Bruno, del Presidente dell'US Catanzaro Giuseppe Cosentino, del Presidente del Consiglio Comunale Ivan Cardamone e dell'intero Consiglio, oltre che 70 addetti stampa, fra giornalisti, fotografi e operatori delle testate più illustri: dalla Rai a Mediaset, dal Corriere della Sera a Sky, passando per i media regionali e le radio. Particolarmente entusiasti si sono dimostrati i piccoli calciatori in erba che gremivano l’ingresso di Palazzo De Nobili, ognuno con la casacca e la squadra di appartenenza, tutti travolti dall’ondata di gioia che traspariva sul volto di ogni tifoso presente.
«È la celebrazione di una squadra e di una società, quella degli anni ’70 e ’80, che vive ancora come se avesse giocato fino all’altro giorno» ha così introdotto il Presidente del Consiglio Comunale, Cardamone, nel suo saluto d’inizio seduta, rivolto a tutti i presenti ed in particolare all’ospite d’onore, dopo aver letto la lettera di congratulazioni dell’Ambasciatore Britannico a Roma, Ken O’Flaherty, nei confronti del sindaco per l’iniziativa intrapresa. «Una splendida storia di sport, ma soprattutto una meravigliosa lezione di vita – ha detto Cardamone riferendosi alla ricetta vincente che ha portato al trionfo del Leicester – che oggi abbiamo l’orgoglio di mostrare a tanti giovanissimi calciatori, ma soprattutto vogliamo che sia esempio per i giovani calabresi, che con forza, determinazione, studio, impegno, e anche una buona dose di coraggio, devono costruire il riscatto della nostra terra».
Particolarmente apprezzate da Mr. Ranieri, sono state le emozionanti e taccanti parole rivolte dal sindaco Abramo, il quale ha espresso con tutta sincerità, di non aver mai sentito parlare così tanto – e così bene - di Catanzaro da un non catanzarese come Claudio Ranieri; un cittadino che da oltre 40 anni però, si sente e la cittadinanza ha sempre considerato, tale. «Sentire parlare Ranieri della sua esperienza qui, del modo di essere gruppo di quel Catanzaro, dei legami, del calore umano che si è creato, e che continua a vedersi ancora oggi, fra quei compagni di squadra – ha detto Abramo – è stato il modo più bello per riportare indietro nel tempo un’intera città, la sua schiera di appassionati, tutta quella gente che ancora ricorda» e come non può farlo, soprattutto chi quei ricordi li ha costruiti e vissuti, chi come Palanca, Banelli, Silipo, Arbitrio, Improta, Sabadini, Braca, Papa, ha rappresentato una storica bandiera per l’Uesse, scrivendo le pagine più belle ed importanti del calcio giallorosso.
Tra la commozione dei presenti e in particolare quella di Ranieri, si è proceduti alla consegna dell’onorificenza, la quale ha finalmente aperto i microfoni al “king” che ha simpaticamente esordito con un «Ma perché, non sono catanzarese io?!»; poi con un filo di voce smorzato dall’emozione, rivolgendosi a tutti i bambini e giovani presenti, Ranieri ha lasciato una grande perla di saggezza, acquisita e coltivata in tanti anni di onorata carriera: «nella vita, si può sbagliare, si può perdere, ma non si deve mai perdere la speranza».
Filippo Coppoletta