Raid contro migranti a Macerata, Traini condannato a 12 anni di carcere
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MACERATA, 3 OTTOBRE - Dodici anni di reclusione con l’aggravante dell’odio razziale e del porto abusivo d’arma. È questa la condanna di primo grado decretata dalla Corte D’Assise di Macerata nei confronti di Luca Traini, il ventinovenne di Tolentino che lo scorso 3 febbraio a Macerata ha esploso dall’auto diversi colpi di arma da fuoco, ferendo sei immigrati. La mattanza contro gli stranieri ha avuto luogo il giorno successivo del fermo di un cittadino nigeriano, accusato di aver ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro.
L’imputato, ritenuto capace di intendere e di volere, è stato giudicato con il rito abbreviato, uno dei procedimenti speciali previsto dal codice di procedura penale che prevede lo sconto di un terzo della pena. A Traini sono stati inflitti anche tre anni di libertà vigilata, che dovrà eventualmente scontare dopo il periodo di reclusione. Oltre alla pena, che coincide con la richiesta della Procura, l’imputato dovrà anche risarcire le parti civili con somme che verranno quantificate in sede civile.
In apertura di udienza, Traini ha rilasciato dichiarazioni spontanee alla Corte: “Scusate, ho sbagliato”. “Non provo nessun odio razziale, volevo fare giustizia contro i pusher per il bombardamento di notizie sullo spaccio diffuso anche a causa dell'immigrazione. Anche la mia ex fidanzata assumeva sostanze. In carcere ho maturato una nuova cognizione dei fatti".
Oltre alla via del pentimento e alle scuse, Traini ha poi posto l'accento sulla sua vita privata: “Ho avuto un'infanzia difficile ma non sono né matto né borderline. Il mio gesto non è collegato al colore della pelle: un poco di buono può essere sia bianco sia nero. Grazie ai giudici e alle forze dell'ordine che stanno riportando la situazione alla normalità".
Luigi Cacciatori