Politica

Rai, Santoro sacrificato all'altare di Berlusconi

Iseo ( Brescia ), 8 Giugno 2011  - Nulla di nuovo sotto il sole d'Italia, e nulla di nuovo nemmeno sotto i riflettori della Rai, sempre la solita arroganza. Per Michele Santoro era diventato impossibile continuare a lavorare in quel clima, da qui il divorzio "consensuale". Santoro non lascia la Rai perchè non riesce a fare ascolti, come è toccato ad altri, anzi. Il suo programma rende , fa guadagnare molti soldi all'azienda, raccoglie pubblicità con il suo 21 per cento di share. Il conduttore di Annozero deve lasciare perchè le sue idee e le sue trasmissioni risultano scomode e sgradite al "regime" e a Berlusconi, che infatti lo considera uno degli artefici della sua sconfitta elettorale. [MORE]

Probabilmente qualcuno dirà che poco importa se Santoro se ne deve andare, spesso i conduttori lo fanno. Sentirete come tanti, sopratutto a destra, cominceranno a dire che in fondo se ne va ma con le tasche piene e con una lauta ricompensa. Quello che è importante qui non è solo Santoro: per far contenti i potenti ed i prepotenti di turno, qualcuno se ne deve andare, come capitò a Enzo Biagi, per dirne uno, e come poi accadde a tanti altri. A nessuno sembra mai importare se costoro hanno un vasto seguito, se rappresentano qualche cosa di questo paese, una cultura, una mentalità, o magari solo la sua coscienza critica. L'importante qui è solo far tacere gli oppositori, i personaggi scomodi, le diverse idee.

In pochi paesi democratici nel mondo potrebbe accadere quello che accade sempre più spesso in Italia. Sullo sfondo in questo caso sempre quel conflitto di interessi che fa sì che un presidente del Consiglio, già proprietario di tante reti televise e di giornali, possa disporre a suo piacimento anche del servizio pubblico. Qualche idiota, mentre noi indichiamo il problema, guarderà al dito, e ci vorrà solo parlare di Santoro. Non si tratta più solo di un conduttore o di un altro , antipatico o simpatico che sia, chi se ne frega. Qui oramai sono in gioco la libertà e la democrazia. Si comincia con Santoro ma si vuole arrivare ad altro. Vale forse la pena riflettere su queste cose, non lasciarle passare inosservate, comunque la si pensi, perchè prima o poi toccherà a molti altri. Ecco perchè dobbiamo riscoprire la facoltà di indignarci davvero, anche per queste cose, di far sentire la nostra voce e la nostra protesta. E forse allora, invece di lasciarli iniziare con Santoro, varrà davvero la pena, tutti insieme, di finirla, una volta per tutte, con Berlusconi.

Ivan Zatti