Regioni ed Enti locali, allarme per servizi fondamentali per i cittadini
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ROMA, 15 AGOSTO 2011- Con l’approvazione della Manovra bis, Regioni ed Enti locali, sono i soggetti che subiranno le conseguenze negative più pesanti. Infatti, stando a Vasco Errani, Presidente della Conferenza delle Regioni, “La manovra prospettata dal Governo crea di fatto una situazione di allarme per le Regioni e le Autonomie locali, ma soprattutto mette a rischio una serie di servizi fondamentali per i cittadini". [MORE]
Errani continua sostenedo che "L’alternativa non può essere fra un taglio selvaggio alla prestazioni oppure tasse che peseranno in primo luogo sui ceti medio-bassi. Chiediamo un cambio vero della manovra per garantire maggiore qualità e maggiore equità. Siamo fortemente preoccupati per quello che riguarda sanità, politiche sociali, trasporto pubblico locale e temiamo per la coesione sociale del Paese”.
Secondo le stime effettuate dalla Cgia di Mestre ,quando la Manovra entrerà in regime nel 2013, queste subirano un taglio dei trasferimenti pari a 14,7 mld di euro. Come specifica il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, “Per quanto riguarda il comparto Regioni, Province e Comuni i tagli sono di 6 miliardi nel 2012 e 3 miliardi nel 2013, I sei miliardi per il 2012 sono così ripartiti: 1,7 per i Comuni, 07 per le Province, 1,6 per le Regioni a statuto ordinario e 2 per quelle a statuto speciale. Queste cifre nel 2013 vengono dimezzate".
Per Renata Polverini, Presidente della Regione Lazio, “Il prossimo sarà un bilancio severo, il primo del genere dal dopoguerra, e questo perché il paese e' sull'orlo del baratro”. “Siamo di fronte ad una manovra necessaria ma pesante per le Regioni, che già erano state chiamate a fare grandi sacrifici da altri due precedenti interventi del Governo sui bilanci 2010 e 2011. Aver escluso la sanità dai nuovi tagli è un primo passo avanti verso una ripartizione dei sacrifici più equa, anche se la manovra e' ancora insostenibile, perché manca tutta la parte, indispensabile, per lo sviluppo dell'economia”.
Errani ha ribadito che Regioni, Provincie e Comuni stanno cercando di agire in maniera responsabile, ritenendo che la gravità della crisi rende necessaria l’azione attraverso una manovra. Tuttavia gl’interventi andrebbero riequilibrati, elaborando politiche volte a rilanciare la crescita economica del paese,“ Chiediamo di modificare il patto di stabilità interno puntando su una crescita di qualità, sul lavoro e sulla riattivazione degli investimenti sul territorio. Con la logica dei tagli lineari non si riuscirà a ridare ossigeno all’economia e si darà un colpo mortale al sistema del welfare del nostro Paese. Infine, c’è da fare scelte coraggiose ,senza inutili e pericolose demagogie o spot, sui costi della politica, avviando concretamente una riforma istituzionale che disegni un nuovo assetto della Repubblica, più efficace e più snello”.
Toni più aspri vengono dai comuni che, per mezzo del vicepresidente dell'Anci Graziano Delrio, hanno esposto la loro posizione, “Siamo sconcertati dalle proposte del governo. Il quadro di tagli a Regioni e Enti locali prospettati dal Governo sono la mazzata finale ai servizi ai cittadini”.
Per il sindaco di Roma, Alemanno, “La ricaduta dei tagli su Roma sara' di 270 milioni e questo e' un fatto assolutamente inaccettabile. Abbiamo chiesto di cercare altri provvedimenti che siano meno impattanti sui servizi sociali. Il ministro Tremonti ci ha spiegato che e' l'Unione Europea a chiedere i tagli alla spesa e non aumenti delle entrate. La manovra e' insostenibile; il taglio di 6 miliardi a Regioni e Enti locali e' grave perché pesa sui servizi pubblici essenziali. Sara' difficile continuare a lavorare con il taglio per il 2011 di 1,7 miliardi di euro e di 1 miliardo per il 2012”.
Alemanno, inoltre, ha sottolineato che,”e' bene ricordare che i Comuni hanno contributo al debito per un 5%, mentre il restante 95% e' stato prodotto dalla struttura centrale. Penso che da parte dell'Anci ci deve essere una grande mobilitazione per far conoscere ai cittadini gli effetti di questa manovra, che non derivano da scelte dei sindaci''.
Il sindaco di Roma ha poi concluso che, “Siamo di fronte ad un taglio che non e' un taglio alla politica, un taglio alle istituzioni, ma taglio alla spesa sociale”.
Quest’ultima frase riassume bene il pensiero di buona parte degl’italiani, che pur non essendo degli esperti, si rendono conto che si tratta di una manovra fatta essenzialmente di tagli (non molti ai privilegi della Casta) poco ispirati a criteri di equità e soprattutto carente di interventi di tipo strutturale, volti a rilanciare l’economia del nostro Paese.
Rosy Merola