Politica
Radio Padania shock: i due italiani uccisi in Germania se lo meritavano poichè terroni? [video]
Hannover, 5 luglio 2010: in un bar scoppia una lite per futili motivi e due italiani vengono uccisi da un esaltato. Quattro giorno dopo in Italia, sintonizzandosi su Radio Padania, si potevano ascoltare queste parole: “poverino, vittima dei terroni” riferendosi all’omicida. E ancora: “senza la protezione di un forte presidio identitario questi criminali 'ndranghetisti ti spazzano via: quel poveraccio di Hannover probabilmente si è sentito in pericolo e si è difeso come poteva, quindi non è da rimproverare, noi li conosciamo bene i sudisti. Mi spiace solo che ne pagherà le conseguenze”. [MORE]
Ancora una volta, l’emittente radiofonica leghista è protagonista di un episodio di razzismo. Si tratta dell’intervento di uno dei tanti ascoltatori che, durante una trasmissione andata in onda ieri, ha espresso una lunga serie di frasi e discorsi antimeridionali.
L’ascoltatore, di origine piemontese, inizia la sua requisitoria scagliandosi contro gli immigrati calabresi del Monferrato dicendo che: “quando i calabresi qui a Carmagnola portano il loro santo in spalle è qualcosa di terribile” e continuando con frasi del tipo “questi qui non hanno perso la loro identità di popolo ed è scandaloso” fino ad arrivare ai fatti tragici di Germania.
In tutto questo frangente il conduttore della trasmissione, che ha il compito di mediare gli interventi dei radioascoltatori, annuiva e sghignazzava insieme al razzista.
Pare assurdo che si voglia a tutti costi parlare solo e unicamente di celebrazioni del 150° dell’Unità e non si voglia minimamente affrontare i problemi eternamente irrisolti tra Nord e Sud.
Ma ciò che fa più timore è dato dal fatto che nella storia recente ci sono stati troppi esempi di guerre civili nate dal nulla, come quella nella ex Jugoslavia o il tragico evento avvenuto in Ruanda con il peggior genocidio del XX secolo. Nel paese africano tutto iniziò con le trasmissioni di Radio Mille Colline che incitavano all’odio razziale contro i Tutsi, non risparmiando attacchi contro gli Hutu moderati e le posizioni conciliatorie da questi sostenute. Dopo pochi anni ci fu il più crudele genocidio della storia contemporanea.
La memoria storica deve servire a non far ripetere le tragedie. Ricordare è condizione indispensabile perché un’esperienza del genere non si ripeta mai più.