Cultura e Spettacolo
Radici, il nuovo cd del rapper reggino Kento che ha unito il rap al blues
REGGIO CALABRIA, 3 MARZO 2014 - Secondo lavoro solista per il rapper reggino che per questo album ha messo una vera e propria all star band, proponendosi di prendere il meglio dell’espressione lirica sperimentata nell’album precedente e unirla ad un sound che abbandona quasi del tutto i classici campionamenti tipici della musica rap per affidarsi al calore del suono analogico.
La produzione artistica è affidata a David “Shiny D” Assuntino (pianoforte, synth, piano elettrico, organo, voce: Torpedo Sound Machine, Livity Band) e a Federico “JolkiPalki” Camici (basso, ukulele bass: Torpedo Sound Machine, Honeybird & The Birdies). Gli altri musicisti coinvolti nel progetto sono Davide Lipari (chitarra, armonica, voce: One Man 100% Bluez), Cesare Petulicchio (batteria, percussioni: Bud Spencer Blues Explosion) e i Dead Shrimp, trio delta blues composto da Sergio De Felice (voce), Alessio Magliocchetti (chitarra, dobro, slide guitar) e Gianluca Giannasso (batteria, percussioni).[MORE]
Dal punto di vista dei testi, la passione per il rap degli Anni ’80 e ’90 incontra quella per il cantautorato italiano e la canzone di protesta degli Anni ’60 e ’70, insieme agli echi d’oltreoceano della spoken word e slam poetry/dub poetry più storica (Gil Scott-Heron, The Last Poets, Mutabaruka, Linton Kwesi Johnson). Il sound, poi, si propone di ridiscendere le radici della black music fino al blues del Delta degli Anni ’20 e 30, partendo dalla “musica del diavolo” di Robert Johnson ma senza dimenticare la lezione di gruppi come The Roots, A Tribe Called Quest, De La Soul, Blackalicious, Jurassic Five e di concept come Guru’s Jazzmatazz e Blakroc, l’album del 2009 che vede i Black Keys accompagnare alcuni tra i rapper più noti della scena di New York.
Non mancando le collaborazioni ribadiscono la trasversalità del progetto: si parte da Paolo Pietrangeli, caposcuola della musica di protesta degli Anni ’60/’70 e autore della storica “Contessa” e si arriva fino ad Havoc dei Mobb Deep, gruppo rap newyorchese che, a partire dagli Anni ’90, ha riscritto il concetto di hardcore nell’hip hop contemporaneo. Ma non finisce qui: nel disco sono ospiti anche altri rapper di spessore assoluto come Danno dei Colle der Fomento ed Ensi, indiscutibilmente il miglior freestyler d’Italia. E troviamo anche il poeta Lello Voce, principale esponente della slam poetry nel nostro Paese, il sound reggae internazionale di Lion D, lo storico dj e produttore Ice One e – non ultima - la voce di Giovanni Impastato, che racconta un aneddoto inedito sulla vita dell’indimenticabile Peppino.
(notizia segnalata da Luca Bramanti Nextpress)