Cultura e Spettacolo
Raccontati 50 anni della storia di Lamezia Terme nel libro di Gianni Scardamaglia
LAMEZIA TERME 22 DICEMBRE - «Procurare ai giovani delle scuole uno strumento per conoscere meglio la città e ai lettori, più avanti negli anni, rammentare qualche sprazzo del loro passato» è l’obiettivo che Gianni Scardamaglia si prefigge nel suo libro “La storia di Lamezia Terme ( 1968 - 2018 Cinquant’anni di storia e politica)” illustrato nel corso di un incontro nella ricorrenza del 50° anniversario della fondazione della città di Lamezia Terme. [MORE]
L’autore intende colmare il vuoto della storia lametina lasciato dagli storici che hanno raccontato Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia dalle origini al Medioevo fino all’epoca moderna affinché la conoscenza del passato possa offrire una lettura autentica del presente anche in prospettiva del futuro. Gianni Scardamaglia lo fa attraverso un’oculata ricerca basata sulle memorie storiche racchiuse in un paio di pubblicazioni, sui verbali dell’ufficio comunale, sui siti del Senato e della Camera riuscendo in tal modo a delineare un nitido quadro politico, sociale, economico e strutturale che oscilla tra il 1968 e il 2018. In evidenza i fatti di cronaca, l’escalation della criminalitaà organizzata, la crescita urbanistica ed infrastrutturale, lo scioglimento dei consigli comunali e nomi di chi ha gestito la politica e la cosa pubblica: senatori, deputati, consiglieri regionali, sindaci e consiglieri comunali.
Nel tracciare il percorso storico Gianni Scardamaglia si sofferma sulle vicende antecedenti la discussa unità voluta dal senatore Arturo Perugini e sulle motivazioni che lo indussero ad unificare i tre comuni di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia con l’intento di costruire una grande città, sull’esempio di Brasilia, che potesse diventare polo industriale e punto nevralgico dell’intera regione per la comunicazione su strada, su ferro e per aria. Ad introdurre l’incontro, moderato dalla giornalista Ketty Riolo, la dirigente dell’istituto comprensivo Perri- Pitagora Teresa Bevilacqua la quale ha riferito di aver colto nel libro le emozioni, i sentimenti, l’amore per la città, per la sua famiglia e per i suoi alunni riguardanti l’autore che ha voluto raccontare 50 anni di storia della città da semplice cittadino testimone degli eventi con lo sguardo rivolto ad una prospettiva di sviluppo turistico, economico, culturale ed ambientale. Sono seguite le riflessioni del professore Fernando Pingitore, amico d’infanzia dell’autore, secondo il quale «il libro non è polemico neanche negli argomenti più accesi», anzi dovrebbe entrare nelle scuole.
Andando a ritroso nel tempo Pingitore ha ricordato l’unificazione di Lamezia, quando aveva 16 anni, di cui non conosceva « i vantaggi» e la sua partecipazione alle manifestazioni studentesche degli anni sessanta per l’istituzione dell’Università a Lamezia Terme. Il dirigente scolastico in pensione Vincenzo Saladini ha affermato che , a distanza di 50 anni, «Lamezia Terme è una realtà consolidata» anche se permangono delle differenze nei tre ex comuni e che «è stata un valore aggiunto» pur esprimendo le dimensioni delle tre realtà territoriali, ma «certamente non ha portato quello che si sperava all’inizio». Pertanto é necessario indirizzare le nuove generazioni verso il cambiamento della mentalità volta al «rispetto della cosa pubblica» e di se stessi. «Ognuno – ha concluso Vincenzo Saladini - deve sentirsi parte attiva del quotidiano». Lamezia ha bisogno di crescere di più con l’aiuto di tutti perché - come ha precisato Gianni Scardamaglia – «i veri responsabili non sono i politici ma siamo noi attraverso il voto. Il voto non va sprecato ma usato bene perché è l’unico strumento di democrazia che abbiamo e che ci dà la possibilità di cambiare le cose».
Foto: Scardamaglia - Riolo-Bevilacqua - Saladini – Pingitore
Lina Latelli Nucifero