Cronaca
Quote Latte, Blitz Gdf nelle sedi della Lega Nord. Maroni: Lega estranea
MILANO, 16 GENNAIO 2013 – Un'altra bufera in casa della Lega nord. Questa volta si parla di presunte irregolarità sulle quote latte. Infatti, secondo la Procura di Milano, le indagini avrebbero fatto emergere il pagamento di tangenti a funzionari pubblici e a politici per interventi legislativi a favore degli agricoltori, al fine di ritardare il pagamento sulle quote latte da versare alla Ue.
Questo ha fatto scattare il blitz delle Fiamme Gialle, su ordine del pm milanese Maurizio Ascione, che hanno perquisito le sedi di Milano e Torino della Lega Nord. Le accuse ipotizzate dalla Procura di Milano sono di bancarotta e corruzione. In particolare, l'inchiesta sulle quote latte ha avuto origine, nei mesi scorsi, dal crac della cooperativa «La Lombarda», dove si è riscontrato un "buco" di 80 milioni.
“La Lega non c'entra nulla, l'inchiesta sulle quote latte riguarda una società che non c'entra niente con la Lega”. Si è affrettato a precisare Roberto Maroni., che ha aggiunto, “Le perquisizioni sono state ieri. La procura pensa che ci siano documenti di una dipendente di via Bellerio ma non ha trovato nulla: abbiamo dato la totale collaborazione, non è stata opposta alcuna questione di immunità come è stato scritto (da alcune agenzie di stampa, ndr) perché la Lega non c'entra”.Al momento della suddetta perquisizione, presenti il leader del Carroccio, Umberto Bossi, Roberto Cota e Roberto Calderoli. [MORE]
Parallelamente alle perquisizioni nelle sedi, sono stati ascoltate come persone informate sui fatti , la segretaria amministrativa della sede milanese di via Bellerio, Daniela Cantamessa, e la segretaria della sede torinese, Loredana Zola, per le quali – la Procura – ha disposti la perquisizione anche delle loro abitazioni. Nei giorni scorsi, ascoltati anche Renzo Bossi, Giancarlo Galan, Luca Zaia, l'ex senatore leghista Dario Fruscio, Giuseppe Ambrosio, ex capo gabinetto delle Politiche Agricole, il quale era già stato arrestato a Roma per sospette frodi.
Secondo indiscrezioni, le perquisizioni “hanno avuto esito parziale perché gli esponenti della Lega hanno opposto l'immunità parlamentare degli uffici della Lega”. Tuttavia, quest’ultima affermazione è stata smentita da Roberto Maroni che, in una nota, ha dichiarato, “ La notizia riportata oggi da alcune agenzie di stampa e da alcuni siti web, ovvero che io e Bossi avremmo chiesto l'immunità per contrastare l'azione investigativa della Guardia di finanza avvenuta ieri presso la sede della Lega di via Bellerio, e' totalmente falsa e priva di ogni fondamento. La Lega non c'entra nulla con questa indagine che riguarda una società cooperativa privata che non ha alcun rapporto con il movimento. Guardia di Finanza voleva solo acquisire documenti che riguardano un dipendente della Lega e si e' recata quindi sul luogo di lavoro del suddetto dipendente, cioè la sede di via Bellerio. Invito pertanto i tutti mezzi di informazione di dare conto di questa mia categorica smentita”.
(fonte: Corriere della Sera. Fotogramma: Adnkronos)
Rosy Merola