Quirinale, Renzi stoppa Berlusconi: «Prima le riforme, poi il Colle»
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Quirinale, Renzi stoppa Berlusconi: «Prima le riforme, poi il Colle»

domenica 30 novembre, 2014

ROMA, 30 NOVEMBRE 2014 - Si muove da due assunti: le ipotetiche dimissioni a gennaio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con inevitabile corsa per il Colle, e quel famoso patto del Nazareno tra il premier Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Il primo, per quanto vociferato, paventato, è pur sempre da dimostrare. Il secondo, per quanto poco apprezzato, discusso e discutibile, è reale: accaduto.

Le due posizioni

Il dialogo tra il presidente del Consiglio e il leader di Forza Italia si confronta su questi due binari. Ma se per Matteo Renzi i due argomenti vanno tenuti ben distinti e separati, come del resto per l’intera area governativa, non è così per il Cavaliere che invece ne vorrebbe fare un pacchetto unico. L’accelerata di Berlusconi è arrivata ieri: «penso che prima venga l’elezione del presidente della Repubblica e poi vengono le riforme».

Oggi, con un’intervista sul quotidiano “laRepubblica” giunge la pronta replica del premier Renzi: «Non esiste. L’Italicum è un aula a dicembre. Lui – ovvero Berlusconi – si è impegnato con noi a dire sì al pacchetto con la riforma costituzionale entro gennaio. Io resto a quel patto». Come smentirlo? Il 16 dicembre, infatti, la riforma elettorale approderà al Senato e nel giro di poche settimane vi sarà il voto in Aula. E allora, incalza Renzi, una volta per tutte Berlusconi «dovrà decidere se essere della partita e avere un ruolo costituente, o se tirarsene fuori, le condizioni unilaterali sono irricevibili». Se così non fosse la linea del premier è già segnata: «siamo pronti anche ad andare avanti da soli».

Pd e M5s

Un messaggio, questo del premier, che oltre ad essere riferito al leader di Fi, sembra essere rivolto anche alle altre forze politiche parlamentari: Pd e M5s inclusi. I malumori all’interno dei democratici sono noti. Le elezioni regionali andate in scena la scorsa settimana in Emilia Romagna e Calabria, sono state sì vittoriose, ma allo stesso tempo hanno mostrato per il Pd un calo di voti importante. Sul tavolo vi è sempre lo stessa tema caldo, ovvero quel famoso Jobs Act che non tutti i democratici approvano. «La diversità aiuta e stimola il dibattito» ha affermato Renzi, il quale ha poi aggiunto: «quando poi ci sarà il premio alla lista servirà una gestione diversa dei processi decisionali. La discussione su disciplina e libertà di coscienza è la nuova sfida del gruppo dirigente Pd».[MORE]

Tuttavia, come anticipato, Matteo Renzi è sempre ben accetto ad aprire le porte ai “grillini”, soprattutto adesso che il Movimento di Beppe Grillo sembra naufragare. «Si tratta di capire come si muoverà la diaspora Cinque stelle» ha detto il premier, il quale pur precisando che non intende fare «campagna acquisti», sottolinea come sui temi della burocrazia, semplificazione fiscale, scuola, «ci sono margini per fare qualcosa con una parte di loro. Dovranno decidere se buttare via la legislatura – conclude Renzi – o dare una mano al Paese».

(Immagine da formiche.net)

Giovanni Maria Elia

 


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