Politica

Quirinale, il premier: «Non accetto diktat»

ROMA, 28 GENNAIO 2015 - Intervenuto all'assemblea dei deputati del Pd, questa mattina, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha richiamato il partito all’unità, precisando come lo stesso debba avere «un ruolo massimo e centrale» nell'imminente elezione del presidente della Repubblica.

A eccezione di Fratelli d'Italia, il premier ha precisato che «quasi tutti» i gruppi consultati in questi giorni «hanno chiesto un politico» per il candidato Presidente e non un profilo tecnico.[MORE]

In merito all'incontro di martedì con la delegazione di Forza Italia, ha asserito: «Sono contraente del patto del Nazareno e lo rivendico, ma questo non significa che per il capo dello Stato prendiamo il loro nome. Non accetto diktat». «Con Fi - incalza - abbiamo avuto un incontro civile, non vogliono qualcuno con una storia militante nel nostro partito», ma, presone atto, «non accettiamo la preferenza negativa di Fi su un esponente con accentuata militanza nel Pd, perché non facciamo né accettiamo diktat».

Rinviata a domani invece, nell’ambito una nuova assemblea con i grandi elettori del Pd, la decisione - da prendere «insieme» - su come votare nelle prime tre votazioni, anche se, secondo Renzi, la proposta della scheda bianca nelle prime tre votazioni ed elezione alla quarta è «ancora la migliore». Per eleggere il capo dello Stato servono 505 voti e non più 675 come nelle prime tre, quindi, il premier si augura di chiudere la partita entro sabato, al massimo domenica, «ma spero che non ce ne sia bisogno», ha aggiunto.

Quanto all’Italicum, per l'approvazione al Senato in seconda lettura della legge elettorale, il presidente del Consiglio ha ringraziato i senatori, esprimendo il suo entusiasmo che aveva già manifestato con un messaggio via Twitter: «Il coraggio paga, le riforme vanno avanti».

Nelle prossime ore il premier dovrebbe incontrare, in forma privata, Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani.

Domenico Carelli

(Foto: ecodibergamo.it)