Estero
Sette morti palestinesi in scontri con l'esercito israeliano. Hamas chiama la terza Intifada
GERUSALEMME, 9 OTTOBRE 2015 - Il clima di tensione tra israeliani e palestinesi resta altissimo. Ieri sei palestinesi sono stati uccisi da colpi sparati dai soldati israeliani alla frontiera con la Striscia di Gaza. Tra di loro anche un ragazzo di quindici anni. Dopo giorni di attacchi in Israele e Cisgiordania a cittadini ebrei, il sangue torna anche in territorio palestinese. Altri 20 palestinesi sono rimasti feriti negli scontri con l'esercito israeliano a ridosso della barriera difensiva con Gaza, nei pressi del kibbutz di Nahal Oz. Un altro palestinese è stato ucciso in Cisgiordania. L'uomo aveva aggredito e accoltellato un agente della guardia di frontiera nella colonia di Kiryat Arba, nei pressi di Hebron, tentando di impossessarsi della sua pistola. La settima vittima è un palestinese ucciso dalle forze di sicurezza israeliane nel campo di Shuaft, a Gerusalemme est. Secondo la polizia il ragazzo aveva aperto il fuoco contro gli agenti.[MORE]
Secondo quanto riferito dal portavoce militare, gli scontri di ieri nella striscia di Gaza sono scoppiati dopo che circa 200 palestinesi si sono avvicinati alla frontiera tirando pietre e facendo rotolare pneumatici incendiati verso le forze di sicurezza. Queste, ha spiegato, "hanno risposto sparando verso i principali istigatori per impedire loro di avanzare e disperdere" i manifestanti. E da Gaza il leader di Hamas Ismail Haniyeh chiama la terza Intifada, cioè la protesta armata dei palestinesi per “liberare Gerusalemme”: "La battaglia per Gerusalemme è la battaglia di Gaza e l'Intifada della Cisgiordania è l'Intifada del nostro popolo". Stamnani dalla Striscia di Gaza è stato sparato un razzo nel sud di Israele, ma non ci sono stati nè danni nè vittime.
Nella Città Santa, continuano invece gli attacchi dei ‘lupi solitari’ palestinesi contro i cittadini israeliani: un ragazzo di 14 anni è stato accoltellato oggi in un ‘attentato’, ma non è in pericolo di vita, mentre l’aggressore è stato bloccato dalla polizia. Un altro uomo è stato trovato in strada con un pugnale conficcato in un fianco, ma l’aggressore era già fuggito. È stato invece sventato un attacco alla stazione centrale dei pullman di Afula, nel nord d'Israele: una donna ha cercato di accoltellare una guardia ma è stata colpita dalle forze di sicurezza israeliane e ferita gravemente. Nell’ultima settimana sono morti quattro israeliani, la coppia uccisa in auto giovedì scorso nei pressi di Nablus e i due accoltellati a Gerusalemme.
La tensione è così alta che il governo isreliano ha consigliato ai cuoi cittadini di uscire di casa armati. E intanto dilagano le rappresaglie. Quattro arabi, fa sapere la polizia israeliana, sono stati accoltellati da un israeliano di diciassette anni con problemi psichici in ritorsione agli attacchi dei giorni scorsi. Gli aggrediti sono due palestinesi, feriti leggermente, e due arabo-israeliani, colpiti in maniera più grave. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha "fermamente" condannato l'attacco contro 4 "arabi innocenti" e ha assicurato che "le autorità perseguiranno chiunque compia violenza e violi la legge, a prescindere da quale parte la compia".
Ma la situazione nelle ultime ore sembra essere degenerata e il timore di cadere in una spirale di scontri, attacchi, rappresaglie come quelle della prima Intifada (1987-1993) e della seconda (2000-2005) che hanno provocato migliaia di vittime è molto alto. Anche perché la frustrazione dei giovani palestinesi è all’esasperazione, di fronte a un governo inefficiente e corrotto, mentre l’espansione in Cisgiordania degli israeliani prosegue, come il ‘blocco’ della Striscia di Gaza e il processo di pace è fermo da mesi.
Tiziano Rugi