Interviste
"Quando il gioco si fa duro", due domande a Nadia Toffa
TARANTO, 31 MAGGIO 2014 - Un viaggio verso l'abisso quello di Nadia Toffa, Iena "spericolata", che si è raccontata ieri sera alla presentazione del suo libro-inchiesta "Quando il gioco si fa duro" (edito da Rizzoli) alla Libreria Mondadori di Taranto.[MORE]
Il libro è un viaggio goliardico verso l'oscuro antro del gioco d'azzardo, frutto di più servizi fatti dalla Toffa a "le Iene". A una libreria gremita di ragazzi, Nadia prima cerca di avere un ruolo "istituzionale", poi va a ruota libera, raccontando con naturalezza la drammatica realtà del gioco.
Abituati al "Lotto alle Otto" e alle schede dei nonni, sono in tanti a ritenere erroneamente che il gioco sia solo un problema degli anziani: la ludopatia coinvolge purtroppo persone di ogni età e a tutti i livelli. Anzi, le aziende che si occupano di questo settore hanno un sistema consolidato per attirare maggiori clienti.
"Le videolottery sono tutte uguali..." spiega Nadia in conferenza "... dalle vetrine, alla musica, persino ai colori delle slot. Pensate a una sala senza musica e senza colori: chi ci giocherebbe?". Fortissima è poi la sua critica contro lo Stato che ha causato la tradizione del gioco e che ora si giustifica con le scuse più banali, come nel caso delle slot in Abruzzo.
"Abbiamo inserito le slot per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto - dicevano. - Poi sono andata dagli abruzzesi e mi hanno detto - Noi dei soldi delle slot non abbiamo visto nemmeno un Euro".
Lucidissima la riflessione: "Quale lavoro portano i siti che fanno gioco d'azzardo? Non hanno sede, non hanno addetti, non hanno spese. E' tutto guadagno. Allora, quale economia facciamo girare? Se una persona gioca, non paga la cena alla moglie, oppure non va in vacanza, perché i soldi sono andati via per il gioco".
Incredibile, poi, come si possa giocare anche sugli eventi che non avvengono, come le fanta-gare di corse dei cani, oppure le fanta-partite di calcio. La folla circonda presto Nadia alla fine della conferenza, riusciamo solo a farle due domande di sfuggita.
Le chiediamo quanto sia colpevole il ruolo dello Stato e qualche consiglio per chi inizia con il giornalismo. Non ha consigli da dare: è sempre stata spericolata e questo l'ha poi aiutata nell'universo de Le Iene "Mi sono sempre cacciata nei guai, fin da bambina, quando ho iniziato a sciare".
Per quanto riguarda invece il ruolo dello Stato "L'abbiamo detto prima. Lo Stato è il grande colpevole. Ci mangia, ma non sa quantificare il costo di una persona affetta da ludopatia".
Infine, un'occhiata al libro: nella prima parte, Nadia racconta con simpatia graffiante quello che è il mondo del gioco d'azzardo, mentre nella seconda racconta storie vere e incredibili di persone che si trovano ad affrontare questo girone infernale.
Al termine, un piccolo selfie, per ricordare una serata meravigliosa e coinvolgente.
Annarita Faggioni