Estero
Putin vs NATO: più che Geopolitica, Geografia
MOSCA, 13 FEBBRAIO 2015 – I sospetti di Putin sulla NATO potrebbero essere ridotti a una semplicissima parola: Geografia. Quando la Guerra Fredda raggiungeva i suoi picchi massimi, la potente Unione Sovietica, l'URSS e i Paesi ad esso alleati con il Patto di Varsavia includevano mezza Europa e quasi l'intera Asia Centrale. Subito dopo il crollo dell'URSS nel 1989, però, i territori che prima orbitavano intorno Mosca si sono prontamente staccati per unirsi alla NATO.
[MORE]
A oggi, è la sola Bielorussia a rimanere saldamente inclusa nella sfera d'influenza russa, ma è una relazione che negli ultimi tempi comincia a traballare. Per Putin, la transumanza dei Paesi dalla Russia alla NATO rappresenta quasi una minaccia esistenziale, se non un insulto sul piano personale. Da bravo ex membro del KGB e nazionalista dichiarato, Putin ha sempre dato l'impressione di avere l'ambizione di resuscitare le glorie della Russia Imperiale – un obiettivo seriamente intralciato dall'inclusione di ciò che Putin definirebbe legittimi territori russi, come i Paesi Baltici, nell'alleanza NATO.
Con simili progetti in testa, è facile comprendere perché Putin abbia autorizzato una nuova dottrina militare nel dicembre del 2014. La dottrina, che esplicitamente pone particolare attenzione al fatto che la NATO sia diventata la principale minaccia e il principale nemico esistenziale di Mosca, chiede la successiva militarizzazione di tre precise frontiere geopolitiche: l'exclave di Kaliningrad sul Mar Baltico, nei pressi della Polonia, l'annessa penisola di Crimea, e l'Artide. Quasi sicuramente, Putin considera la rivolta in Ucraina – in cui la leadership pro-russa è stata sostituita a favore di una classe politica 'western-friendly', agli inizi del 2014 – come l'ultima goccia. La successiva annessione della Crimea e il supporto ai separatisti nell'est serve e sta servendo a ritardare la possibile svolta dell'Ucraina verso l'Unione Europea e la NATO.
«L'ulteriore espansione della NATO nei Paesi post-sovietici ha raggiunto la linea rossa con la Russia, e gli Stati Uniti non sono, francamente, nella posizione di affrontare la questione senza correre un altissimo rischio», ha spiegato Greg Scoblete di RealClearWorld a Forbes. «Detta in tutta onestà, la Russia sarebbe in grado di invadere l'Ucraina dell'est prima che l'Occidente sia capace di ammettere il Paese nella NATO e impedire l'aggressione russa.»
L'Ucraina in verità ha chiesto una integrazione totale all'alleanza NATO nell'agosto del 2014, quando gli armamenti russi cominciarono apertamente ad entrare nel Paese. Ma la NATO ha ammollato i requisiti di ammissione e non vi è attualmente alcun programma in agenda per l'ingresso nell'alleanza. A oggi, Putin continua a considerare illegittimo il cambio di leadership in Ucraina, oltre a risultare un ulteriore strumento a favore dell'espansione della NATO a ridosso dei confini russi. «Questo non è un esercito di per sé, è una delegazione straniera, nel caso specifico una legione straniera della NATO, che ovviamente non persegue l'obiettivo degli interessi nazionali in Ucraina», ha dichiarato Putin alla fine di gennaio. «I loro obiettivi sono tutt'altro, e sono legati al risultato di dover contenere la Russia da un punto di vista geopolitico».
Nonostante un precedente accordo di cessate il fuoco tra la Russia, l'Ucraina e i separatisti nel mese di settembre, il supporto russo ai ribelli ha continuato fino a dilagare nel Paese. È stato anche accertato che le truppe russe stiano combattendo in prima linea, fornendo aiuto ai separatisti affinché facciano indietreggiare l'esercito ucraino e coinvolgerlo nelle battaglie-chiave, come il recente scontro avvenuto presso l'aeroporto di Donetsk. Il supporto da parte dei russi assicura la divisione interna in Ucraina e la sua perpetua instabilità, oltre alla durata del conflitto stesso – in modo da prevenire o ritardare qualsiasi passo definitivo di Kiev nelle braccia della NATO e dell'Unione Europea.
Foto / Fonte: uk.businessinsider.com
Dino Buonaiuto