Putin: "Snowden non verrà estradato"

martedì 25 giugno, 2013

MOSCA, 25 GIUGNO 2013- Vladimir Putin in persona ha preso oggi la parola per esprimere la posizione del governo russo sulla vicenda che ha per protagonista Edward Snowden, la ‘talpa’ che con le sue rivelazioni ha dato alla luce lo scandalo del Datagate. L’uomo, sulle cui tracce si muovono da giorni stuoli di giornalisti, dirottati su false piste e tracce inesistenti, si troverebbe al momento “in una zona di transito dell’areoporto di Mosca”: è quanto rivelato dallo stesso Presidente russo, che ha poi aggiunto “Snowden è un uomo libero e non verrà estradato verso gli Stati Uniti non essendoci nessun trattato in materia”. Infine l’augurio, che ha quasi la parvenza di un monito diretto agli storici nemici: “che la vicenda non abbia ripercussioni sui nostri rapporti con gli Usa. Spero che i nostri partner lo capiscano”.[MORE]

Così l’ex dipendente della NSA non ha mai preso nessun volo per L’Avana, dove pure diversi reporter lo attendevano, alcuni persino avendo pagato un bel po’ di soldi per guadagnarsi un posto accanto a lui; non è diretto in Ecuador o in Venezuela, dove pure troverebbe l’appoggio e la solidarietà di Correa e Maduro; non vaga verso una più neutrale Olanda, al riparo da giochi politici troppo grevi. In ogni caso, seguendo le tracce che conducono a Edward Snowden pare quasi di inciampare in una vecchia pellicola di spionaggio. Alle spalle di quest’uomo grazie al quale il mondo si è scoperto d’un tratto ‘scoperto’, spiato, osservato come sul vetrino di un microscopio, sembrano ricostituirsi due antichi mondi contrapposti: da un lato gli Stati Uniti, dall’altro i suoi eterni nemici, Russia e Sud America in testa.

Così la ‘talpa’ diventa un pretesto, un contenzioso che riapre una vecchia diga, mai arginata. Con Obama. Contro Obama. Con Snowden, Assange, Putin, Maduro, Cuba, la Cina. O contro di loro. Anche se poi la relazione fra questi ultimi termini sfugge anche alla più attenta analisi.

Emmanuela Tubelli

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