Estero

Putin, ennesima violazione dei diritti umani

MOSCA, 01 LUGLIO 2013- In pochi ne parlano e quasi nessuno sembra protestare, eppure sotto il pugno notoriamente antidemocratico di Vladimir Putin la Russia sembra sprofondare, di provvedimento in provvedimento, nella più temibile arretratezza. L’ultima marcia indietro in materia di diritti umana la si è registrata ieri quando il governo di Mosca ha varato una normativa che prescrive il divieto di parlare in pubblico di omosessualità. E sì che da queste parti sino al 1993 l’essere gay era considerato un reato; e sì che risulta ancora formalmente in corso un procedimento penale ai danni della rockstar Madonna, colpevole di aver dissertato, nel corso di un concerto a San Pietroburgo, di amore universale; e sì che sino al 1998 in Russia l’omosessualità era classificata tra le malattie mentali più gravi e pericolose; ma ormai la misura è davvero colma, nonostante per i più il decreto del Cremlino passi quasi del tutto inosservato, tra il silenzio dei media e l’assenso dei fondamentalisti religiosi ortodossi.[MORE]


Nella fattispecie la cosiddetta ‘legge contro la propaganda gay’, approvata ieri a larga maggioranza, prevede una multa- tasso variabile: tra i duecento e i duemila euro- e addirittura qualche mese di carcere per chi “fa propaganda pubblica di rapporti sessuali non tradizionali in presenza di minori”. Stop quindi a rappresentazioni teatrali, comizi, manifestazioni, articoli, pamphlet, volantini, carta straccia: tutto ciò tratti anche solo vagamente il tema sarà bollato e marchiati a vita saranno i loro autori. Per non parlare delle effusioni in pubblico tra due persone dello stesso sesso: un reato gravissimo, nonché lesivo del comune senso del decoro.


Violazione dei diritti umani per milioni di russi? No, tranquillizza Putin: “Questo genere di cose non appartengono alla maggioranza dei russi”. Quale genere di cose?

Emmanuela Tubelli