Cultura e Spettacolo
Pulp Fiction e il fascino enigmatico di “MIA (WALLACE)” nel nuovo singolo di VENTU
A poco più di due mesi dalla malinconia sognante di “555”, VENTU torna a conquistare il panorama musicale con "MIA (Wallace)", il suo nuovo singolo. Una narrazione oscura e affascinante, ispirata all'iconica figura di Mia Wallace, interpretata da Uma Thurman nel capolavoro di Quentin Tarantino, Pulp Fiction. Questo brano porta con sé un'atmosfera intensa, quasi ancestrale, dove l’energia elettrizzante del rock che caratterizza le release di VENTU sin dagli esordi, si intreccia con sfumature pop-elettroniche ed un testo fortemente evocativo, trascinando l'ascoltatore in un vortice di emozioni accese e contrastanti.
L'incontro tra due anime spezzate, immerse in un mondo dominato dal nero, sia nell'abbigliamento che nei cuori di chi lo abita, cuori che elargiscono amore con il contagocce e si perdono in notti dove sogno e realtà hanno lo stesso riflesso, in un gioco di specchi tra il sé e l'altro; questa la genesi del brano, come lo stesso VENTU ha dichiarato:
«È notte fonda, e per la prima volta ritorno in un club dopo mesi. Entro, vado al bancone e mi volto verso la pista. Vedo lei, ma non sono il solo a guardarla, anzi, non c'è nessuno che non la guardi. Capelli rossi di fuoco, occhi color catrame. Chiunque sta sognando di averla, ma con scarsi risultati. Balla per se stessa ed è interamente vestita di nero, vorrà confondersi con il suo io interiore, penso. Qualcosa mi incuriosisce, e dopo averla osservata attentamente mi rendo conto di conoscerla da tutta la vita... Era la mia, Mia Wallace.»
La misteriosa complice dai capelli di fuoco e gli occhi color catrame diventa la musa di una danza tra ombre e luci, al ritmo incalzante di chitarre elettriche suonate con impeccabile maestria e arrangiate dall’abilità dei compositori Max Elias Kleinschmidt e Chazz Shirley.
Il testo di "MIA (Wallace)" si dispiega come una lampo nel buio più profondo, un affresco di immagini scattate dalle pulsazioni che si intensificano ad ogni battito, dipingendo un quadro di passione che colpisce dritto al cuore. Quella descritta nel brano è una figura enigmatica e affascinante, un "angelo caduto" che danza fino all’alba, sotto mille sguardi destinati al rifiuto. Nella ripetizione ossessiva del nome "Mia Wallace", VENTU, con la sua voce graffiata che si insinua nelle pieghe dell’anima sin dal primo ascolto, enfatizza l'importanza e la centralità di questo personaggio, una donna decisa e risoluta, che sa ciò che desidera, ma soprattutto ciò che non vuole.
In quel nero che cela con la sua fine eleganza il fardello di un Io che teme di mostrarsi, si fa spazio il tentativo di entrambi i protagonisti di trovare se stessi in una contemporaneità piena di illusioni e inganni. L'abbigliamento diventa l’emblematica metafora della loro ricerca interiore, un modo per affrontare e comprendere la propria identità.
«"MIA (Wallace) – prosegue l’artista, concludendo -, è una canzone molto personale per me. Ho voluto catturare l'essenza di quell'incontro magico e trasformarlo in musica. È un brano che parla di amore, di desiderio, di ricerca di sé, di tematiche senza tempo ed epoche riversate su sonorità che spero possano accarezzare e travolgere i sensi di chi ascolta.»
Con "MIA (Wallace)", VENTU dà voce ad un mondo in cui il rock puro, vigoroso e potente, sa fondersi con la delicatezza leggera del pop, proprio come le anime degli innamorati, delle persone che si sentono perse finché non si ritrovano l'una negli occhi e nel cuore dell’altra. Questo brano non è semplicemente un altro singolo, un tassello aggiunto ad un collage musicale, ma una dichiarazione d'intenti, una finestra aperta sull'oscurità e la passione che abitano l'animo umano, capace di coinvolgere profondamente e lasciare un segno indelebile.