Cronaca

Pubblicità vegana shock: bimbo in scatola

GROSSETO, 1 MARZO 2013 - Da pochi giorni affisso in cartellonistica nelle città di Grosseto, Pordenone e Treviso, ma ha già destato clamore, sdegno e indignazione, il manifesto di protesta dei vegani italiani, coloro che rifiutano il consumo di prodotti di origine animale.

Nella foto raffigurato un neonato, ma siamo più che sicuri, che trattasi di un bambolotto altamente somigliante, compattato all’interno di una scatola per alimenti. «Chi mangi oggi?» , sotto il contenuto del messaggio: «Gli animali non sono cose. Quando li mangi o li sfrutti, mangi qualcuno. Non qualcosa. Diventa vegan». [MORE]

L’imprinting senza dubbio è arrivato bello forte, magari era proprio questo l’intento dell’associazione trevigiana “Campagne per gli animali” in collaborazione con l’«Associazione di Idee Onlus» di Grosseto, che dalla loro affermano: «[…] La cultura della nostra società antropocentrica ci abitua alla visione di violenze e crudeltà nei confronti di esseri senzienti che vengono schiavizzati, torturati e uccisi con il benestare del comune sentire, solo perché non appartenenti alla specie umana. La nostra è una lotta di liberazione, che ha come nemici la discriminazione e il pregiudizio. Non siamo una setta, un partito o degli squilibrati, siamo semplicemente persone che considerano razionalmente il rapporto umano-non umano da una nuova prospettiva. Si può vivere su questo pianeta impattando il meno possibile sugli altri: la nostra stessa esistenza ne è la dimostrazione pratica».

Chi favorevole, chi contrario, opinione pubblica letteralmente spaccata in due, a partire dal primo cittadino grossetano, il sindaco Emilio Bonifazi, favorevole alla libertà di espressione, ma poco concorde sui mezzi utilizzati, dichiara:« Tutti sono liberi di manifestare le proprie convinzioni e di promuovere le proprie idee diverso è invece utilizzare immagini violente capaci di provocare un grande impatto sui cittadini ma certamente prive del minimo buon gusto».

Inoltre aggiunge: «Giocare con il corpo dei bambini, anche se attraverso una bambola, è intollerabile e come sindaco mi sento in dovere di condannare un uso tanto improprio di uno strumento pubblicitario, anche se semplicemente per diffondere la cultura vegetariana».

Chiude il discorso sostenendo: « I bambini vanno tutelati come, non a caso, prevede la legge e nel caso di questi manifesti apparsi in città siamo decisamente andati oltre. Non si tratta di moralismo ma di rispetto dei più deboli».

(fonte: www.tgcom24.mediaset.it)

Rosalba Capasso