L'esperto risponde

Pubblicità telefonica? No grazie, mi "oppongo"

Piombino, 27 novembre 2011  Per molti è un lontano ricordo la quiete domestica durante gli orari di pranzo, cena ed eventuale riposino pomeridiano. Da anni ormai sono infatti proprio questi gli orari in cui i call center di mezz’Italia si scatenano letteralmente.[MORE]

L'obiettivo è stabilire un "contatto" con potenziali clienti a mezzo squillo telefonico, per invogliarli poi ad aderire ad iniziative promozionali o pseudo tali sempre più fantasiose e (a loro vedere) imperdibili. 

Da circa un anno è però entrata in vigore la disciplina del cosiddetto “Registro delle Opposizioni”, che potrebbe essere il mezzo giusto per cercare di spegnere gli ardori di esuberanti operatori di call center .

In sostanza, è stato stabilito per legge che chi non voglia ricevere telefonate a scopo pubblicitario, può manifestare tale volontà, può per l'appunto "opporsi".

Se non lo fa,però, vi è una sorta di “silenzio assenso” e il telemarketing diventa pienamente legittimo nei suoi confronti, come avveniva del resto in passato.

L’iscrizione al registro delle opposizioni non è difficile. Sino a oggi già in 800mila hanno avanzato la propria richiesta. Essa può avvenire  via web (http://www.registrodelleopposizioni.it/) , mediante telefonata ( numero verde 800265265) o con lettera raccomandata (indirizzata a : GESTORE DEL REGISTRO PUBBLICO DELLE OPPOSIZIONI – ABBONATI- UFFICIO ROMA NOMENTANO CASELLA POSTALE 7211 00162 ROMA RM).

Attenzione, però! Questa procedura non copre i casi in cui si sia prestato il consenso ad essere contattati quando si sono stipulati singoli contratti. Spesso infatti, quando si firmano i vari moduli con gestori telefonici, finanziarie , ecc, compare una clausoletta che fa in qualche modo riferimento all’autorizzazione a ricevere messaggi pubblicitari.

In questo caso, le aziende di cui si è clienti potranno continuare a telefonare per promuovere le proprie iniziative anche se ci si è iscritti al Registro delle Opposizioni. Per evitare che ciò accada, occorre contattare l’azienda di cui si è acquistato un prodotto o un servizio ed esprimere la propria volontà negativa riguardo a telefonate promozionali.

Il percorso per essere lasciati in pace, come si vede, può quindi alle volte risultare più complesso del previsto.

Inutile negare che la normativa sia stata "confezionata" per venire incontro ai consumatori , evitando però di scontentare troppo i cosiddetti "poteri forti" commerciali.Le sanzioni per le aziende che non rispettino la normativa in esame sono pesantissime: da 30mila a 300 mila Euro per chi operi troppo ”disinvoltamente” attraverso il telemarketing.
 

Alla fine,seguendo l'iter giusto, con un pò della pazienza rimasta dopo tante telefonate giunte ad ora di pranzo o cena, si riesce a  ottenere la meritata tranquillità telefonica, e a quel punto magari si riceveranno solo chili di depliant via posta, ma quelli sono facilmente cestinabili.  

Avv.Raffaele Basile