"Prove di amicizia" italo-libica dopo Berlusconi e Gheddafi
Estero Lazio

"Prove di amicizia" italo-libica dopo Berlusconi e Gheddafi

giovedì 15 dicembre, 2011

Roma, 15 Dicembre 2011  Sono trascorsi appena tre anni da quando venne stipulato in forma solenne e con grande dispendio di “coreografie” italo-berbere il “Trattato di amicizia” tra Italia e Libia.[MORE]

Era il 2008 e Berlusconi e Gheddafi sembravano saldamente destinati a governare i rispettivi Paesi per un periodo indefinito o quasi.

Non è da escludere che proprio in quella solenne occasione il nostro ex premier abbia tratto da Gheddafi l’ ispirazione per quelle serate” bunga-bunga” che sono poi divenute il fulcro di scandali e vicende giudiziarie che tutt’ora turbano i sonni del “Cavaliere”.

Ora la situazione è radicalmente mutata: in Libia si cerca ormai di dimenticare al più presto la controversa figura di chi ha governato per 40 anni il Paese, e in Italia Berlusconi è attualmente relegato al ruolo di comprimario del governo Monti.

Si tratta quindi di stabilire che sorte destinare ad un trattato posto in essere in un contesto politico e sociale molto diverso da quello attuale.

Il neo leader libico Mustafa Abdul Jalil  si incontrerà oggi a  Roma con il presidente della Repubblica Napolitano e il neo-premier Mario Monti, proprio per discutere sulla “sorte” di questo tratatto. Non appare affatto scontato che si arriverà ad una ratifica in blocco del contenuto dell’accordo.

Nei giorni scorsi, il viceministro degli Esteri libico, Mohamed Abdelaziz, ha infatti esternato « riserve su un certo numero di punti previsti dalla convenzione che hanno bisogno di essere nuovamente oggetto di discussione tra i due Paesi» .

L’”agreement”, formalmente in vigore tra i due stati, si occupa di tematiche quali gli investimenti ( soprattutto nel settore energetico), l'immigrazione clandestina e il risarcimento da parte dell’Italia di danni causati dal passato coloniale italiano in Libia.

Oggi sapremo in che modo Italia e Libia dovranno portare avanti la loro “amicizia”.

Di certo, appare facile preventivare che tra Monti e Jalil non ci saranno episodi a dir poco “folcloristici” quali il famigerato baciamano con il quale Berlusconi omaggiò Gheddafi, un gesto che sia in Italia che in Libia è stato oggetto di polemiche, irrisioni o quanto meno forti perplessità.

Raffaele Basile


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