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Progetto Universus, rispettare ed elevare l'uomo attraverso la formazione
Rispettare ed elevare l’uomo attraverso la formazione e la cura: il legame tra persona e sofferenza nel penultimo appuntamento del Progetto Universus Hanno relazionato la dott.ssa Silvia Landra e il sac. Flavio Placida
Catanzaro 12 maggio 2011 - Una riflessione attenta e accorata sull’importanza di rispettare l’uomo, prendendosi cura della persona nella sua interezza: è stato questo, la formazione e la cura dell’uomo nella sua globalità e complessità, il motivo conduttore del penultimo [MORE]appuntamento del Progetto UniVersus, corso di alta formazione incentrato sull’dea di “Persona” quale “crocevia dei saperi”, organizzato dal Centro Studi Verbum e dal Movimento Apostolico, con il patrocinio della Provincia di Catanzaro e dell’Università Magna Graecia.
“Scoprire i bisogni dell’uomo e rivolgerli alla costruzione di un nuovo umanesimo in quell’unità dei saperi che è stato il principio ispiratore del progetto UniVersus”: con queste parole è stato aperto l’incontro che ha visto intervenire come relatori la dottoressa Silvia Landra, Direttore Operativo SOUQ, Centro Studi Sofferenza Urbana (Milano), e il sac. Flavio Placida della Pontificia Academia Theologica (Città del Vaticano). Ha moderato la serata il sac. Gesualdo De Luca dell’Istituto Teologico Pio X di Catanzaro, coadiuvato da Vittorio Scerbo nella postazione web.
Nel corso dell’incontro sono stati discussi e approfonditi gli apporti di fede ed educazione per la formazione e la promozione della persona umana, con un particolare riferimento alle situazioni di disagio.
“I luoghi del disagio – ha evidenziato la dottoressa Silvia Landra – sono molto diversi tra loro (casa, città, strada, carcere), ma hanno un comune la presenza di una umanità umiliata. Occorre un superamento della dialettica noi/loro, noi normali, loro diversi, verso la comprensione profonda di quanto l’esperienza della privazione e del dolore non sia solo di alcune categorie stereotipate di individui, ma attraversi l’intera condizione umana. Le risposte al disagio nascono dal riconoscimento della cura come dimensione naturale dell’uomo. La cura è un atto d’amore e chi ama educa perché permette all’altro di evolvere verso la realizzazione di se stesso. La cura è un crocevia di linguaggi: clinico, antropologico, educativo, valoriale. La cura è relazione umana che continuamente si compie e si trasforma”.
E’ la parola di Dio che interroga la cura e arricchisce di significato profondo uno dei gesti più belli dell’agire umano: si può curare l’uomo se amiamo l’uomo, formiamo l’uomo se ci formiamo a Cristo.
“Quando si parla di formazione – ha spiegato Don Flavio Placida - si parla di un piano, di un progetto, di un piano educativo, che tende a strutturare e a modellare e rinforzare un qualcosa, soprattutto la persona umana. Fare formazione implica il termine di istruzione, di socializzazione, acculturazione, educazione. Tre contesti dell’attualità condizionano l’opera educativa: il mutamento e il pluralismo; il nomadismo e la complessità; la solitudine e l’egocentrismo. Parto da queste categorie-chiave della nostra società postmoderna, la cui comprensione è necessaria per accogliere la sfida che il nostro tempo ci propone per giungere alla formazione della mente, ossia delle coscienze e del cuore, intesa come amorevolezza e volontà di compiere il bene secondo Dio per elevare la persona umana.
La nostra società – ha concluso Don Flavio Placida – si presenta come una società pluralistica e il mondo in cui viviamo non sembra avere un centro di unità. E allora bene venga il progetto Universus perché secondo i canoni della nostra società non andiamo verso l’unità bensì verso il multiverso e questo sapere diventa sempre più frammentato. La sfida si fa opportunità quindi di annunciare il Vangelo, formando la persona umana cristianamente”.
La serata è iniziata con un’interpretazione musicale a cura del maestro Angelo Guzzo.
Il Progetto UniVersus si concluderà venerdì 3 giugno 2011 con un incontro conclusivo che traccerà un bilancio di questa prima edizione e vedrà intervenire Padre Gerard Le Stang, docente di teologia e vicario generale della Diocesi di Quimper (Francia) e il Reverendo Andrew Downie, cappellano delle università di Newcastle e Northumbria (Inghilterra).