Cronaca
Tensione a Roma per l'arrivo dei migranti. Scontri tra Casa Pound e polizia: 14 feriti, 2 arresti
ROMA, 17 LUGLIO 2015 - Tafferugli e scontri tra residenti, manifestanti e militanti di Casapound, da una parte, e la polizia in tenuta antisommossa, dall'altra, a Casale San Nicola, a Roma Nord. Con le mani alzate e all'urlo 'abuso di potere' i residenti hanno bloccato la strada che porta all'ex scuola Socrate per protestare contro l'arrivo nello stabile del primo gruppo di profughi. Quattordici i feriti tra le forze di polizia, mentre due persone sono state arrestate e uno è stato denunciato. A comunicarlo la Questura di Roma che fa sapere come siano ancora in corso accertamenti su 15 identificati. Molti i filmati da visionare per eventuali ulteriori provvedimenti. Tra le ipotesi per punire gli autori dei disordini anche il Daspo, cioè il divieto di accedere alle manifestazioni sportive. [MORE]
Il pullman con i migranti alla fine è arrivato a destinazione. Nonostante "una sassaiola" contro le forze dell'ordine sono riuscite a far entrare i profughi all'interno della struttura a loro riservata. Lungo la strada che porta all'ex scuola Socrate sono state date alle fiamme tre balle di fieno. Fuori dalla struttura, presidiata dalle forze di polizia, giornalisti e alcuni residenti. Sono arrivati anche i mediatori culturali, gli unici che sono potuti entrare all'interno dell'edificio, dove al momento ci sono 20 richiedenti asilo, ma che dovrebbe ospitare un centinaio di migranti.
"Le operazioni, iniziate la mattina presto sotto il controllo delle forze dell'ordine, sono da subito risultate difficoltose, per l'ingerenza di elementi estremisti che hanno tentato di dissuadere gli ospiti", ha fatto sapere la Questura di Roma. "In occasione dell'arrivo presso la struttura il convoglio, scortato dalle forze dell'ordine è stato bloccato da appartenenti al Comitato di quartiere, spalleggiato anche da elementi esterni", ha fatto sapere la Questura di Roma.
"Quella a cui abbiamo assistito è una cosa indecente ed indecorosa. Auspico che le forze dell'ordine denuncino, in modo tale che queste persone abbiano sulla propria fedina i fatti cui si sono macchiati", ha commentato il prefetto di Roma, Franco Gabrielli. Il Prefetto ha anche detto che per la gestione della struttura "c'era un bando e una commissione ha ritenuto che la cooperativa avesse i requisiti necessari: ci è arrivato il carteggio ed è corretto", e per fermare l'accoglienza dei rifugiati in quel luogo non basta che ci sia "gente che non e' d'accordo", perche' "se passasse questo principio sarebbe finita".
Di altro tono la ricostruzione di Casapound: "sono arrivati i blindati delle forze dell'ordine, mentre i residenti con le braccia alzate dicono 'no ai profughi'". Dal movimento di destra spiegano che "le 250 famiglie del piccolo comprensorio tra la via Braccianese e la Storta, al confine tra XIV e XV Municipio, ritengono non solo l'edificio e la zona, molto isolata, inadeguate all'accoglienza; ma temono anche che l'arrivo di cento migranti su una popolazione di poco più di 400 persone finisca col diventare una vera e propria 'invasione', ingestibile dal punto di vista della sicurezza".
"Sono tensioni volute da un governo razzista", ha invece commentato il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, a proposito delle proteste delle ultime ore a Roma e in Veneto per l'arrivo di nuovi profughi. "L'idea che mi sono fatto è che siccome il governo Renzi-Alfano non riesce a risolvere nessun tipo di problema - ha aggiunto -, sta scaricando sugli italiani da Nord a Sud un'emergenza senza precedenti e aspettando una reazione da parte della gente per poi parlare di altro. Quindi io penso che sia un razzismo organizzato e questo è gravissimo".
Gli incidenti di Treviso. Meno pacifica è stata invece la protesta di giovedì a Quinto di Treviso, dove un gruppo di residenti di un complesso di una di una cinquantina di abitazioni, molte delle quali sfitte da tempo, sono scesi in strada per dire il loro no all'uso degli appartamenti liberi per dare alloggio a un centinaio di migranti, spaventati per i possibili problemi di ordine pubblico e sicurezza e da un possibile crollo del valore delle loro case.
La protesta era cominciata il giorno precedente, quando da due pullman erano scesi 101 profughi, scortati dalle forze dell'ordine, ma ieri ha rischiato di degenerare quando prima ignoti hanno dato fuoco a materassi che dovevano servire a far dormire i migranti e poi è stato impedito ad alcuni addetti della cooperativa che li ha in gestione di consegnare loro ceste con del cibo. Momenti di urla e di rabbia ma poi niente di più, sotto la sorveglianza attenta delle forze dell'ordine, e nel pomeriggio è stato possibile consegnare le ceste.
I 101 profughi ospitati in un residence di Quinto di Treviso, saranno fatti allontanare entro sera. Lo comunicato il sindaco della cittadina Mauro Dal Zilio: “Saranno condotti nell’ex caserma Serena”, ha detto il primo cittadino citando una comunicazione della Prefettura. Si tratta di una struttura vuota, non utilizzata dai militari e dotata di tutte le condizioni per poter accogliere i profughi.
Sulla questione era intervenuto personalmente il governatore del Veneto Luca Zaia, che si era recato sul luogo auspicando una soluzione rapida per evitare quello che lui ha definito un processo in atto di ‘africanizzazione’ del Veneto: "Questo presidio va chiuso urgentemente e gli immigrati devono andarsene", aveva detto il governatore del Carroccio. "Mettere un centinaio di persone immigrate che non sanno nulla del Veneto e noi non sappiamo chi sono, metterli in un condominio accanto a famiglie con bambini piccoli vuol dire non avere assolutamente cognizione di cosa significa". Oggi la notizia della vittoria dei residenti.
(Ultimo aggiornamento sabato 18 Luglio ore 11.57)
Tiziano Rugi
Foto: lastampa.it