Cronaca
Corteo studentesco a Roma. Parte la protesta a colpi di sveglia
ROMA, 7 OTTOBRE 2011 – Si apre questa mattina la prima giornata di mobilitazione nazionale indetta dagli studenti di tutta Italia, che oggi scendono nuovamente in piazza per protestare contro i tagli alla scuola. Mentre in America si piange per la scomparsa del genio innovatore della Apple, in Italia si versano lacrime amare sul corpo moribondo dell'istruzione pubblica.[MORE]
Studenti e associazioni studentesche hanno deciso di formare un fronte unico con il corpo docente per alzare i toni della manifestazione che già da stamane ha riempito le piazze di Roma, Milano, Bologna, Firenze e Torino. Dure le parole del coordinatore nazionale dell'Uds (Unione degli Studenti): “Ricordiamo al Ministro Gelmini – ha dichiarato Mariano Di Palma - che non le daremo un minuto di tregua, anche quest'anno coloreremo le piazze con le nostre idee e le nostre richieste i tagli e le razionalizzazioni non sono argomento che potrà trattare ne con Tremonti ne con le lobby dell'istruzione privata, quest'anno i conti li farà con noi!"
Un diluvio di giovani, cartelli, bandiere e slogan colorano le strade come tanti tasselli di un unico grande mosaico. I punti caldi della manifestazione rimangono gli stessi di sempre: più spazi per i giovani, maggiore sicurezza delle infrastrutture, un programma di orientamento al mondo dell'Università e, soprattutto, l'applicazione del diritto allo studio sancito dai comma 3 e 4 dell'art. 34 della Costituzione. In particolare, i manifestanti sottolineano la necessità di attuare una politica di incentivo allo studio tramite l'erogazione di forme di provvidenza da attribuire mediante concorso. ''Il 40 % delle scuole è privo di certificato di idoneità statica, il 47% dei giovani è precario - si legge nel comunicato diffuso dall'Unione degli studenti - il 29% dei giovani è disoccupato, il governo ha tagliato le risorse per le borse di studio del 94,75%.”
ROMA – La giornata di manifestazione nella capitale italiana è iniziata all'alba di questa mattina, quando centinaia di studenti si sono dati appuntamento sveglie alla mano davanti alle porte di Palazzo Chigi. All'unisono hanno fatto poi trillare le sveglie sotto le finestre del Governo per simboleggiare il risveglio del mondo scolastico e universitario. "L'Italia che conta - commentano gli studenti - oggi scenderà in piazza in tutto il Paese e domani a Roma con i lavoratori e le lavoratrici della Cgil, per dire che c'è un Paese che si è risvegliato da tempo”. Alcuni di loro si concedono una licenza e prendono in prestito le parole di Steve Jobs, secondo cui solo chi è abbastanza folle da credere di poter cambiare il mondo, lo cambia davvero (the ones who are crazy enough to think that they can change the world, are the ones who do).
Al ritmo di marcia scandito dai megafoni di Uds, Federazione degli Studenti, Rete degli Studenti e Coordinamento universitario link, migliaia di giovani si sono incamminati da Piramide in direzione del Ministero dell'Istruzione. Ad attendere i manifestanti davanti alle gradinate di Viale Trastevere, decine di agenti della polizia in tenuta antisommossa. Studenti universitari e delle scuole superiori si sono poi attestati ai piedi del Ministero, dove hanno proseguito ad intonare slogan di protesta contro i tagli al mondo dell'istruzione, il declassamento della scuola pubblica e le riforme calate dall'alto. 'Giù le mani dalla scuola pubblica', si legge su alcuni cartelli. 'Sì agli stipendi europei'. Per ora non si sono verificati incidenti. Intanto, L'Unione degli Studenti e la Rete della Conoscenza si sono mobilitate per seguire passo passo l'evoluzione dei cortei attraverso la pubblicazione di tweet e la creazione di gruppi Facebook.
Il prossimo raduno è previsto in occasione del secondo appuntamento nazionale che si terrà il 15 Ottobre, giornata che vedrà mobilitazioni in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo. Esponenti politici e di sindacato scenderanno in piazza al fianco degli studenti per manifestare contro gli errori del governo Berlusconi nella gestione della crisi economica.
Riccardo Marcucci