Salute

Procreazione assistita: più facile capire il perché di una mancata gravidanza

AOSTA, 4 DICEMBRE 2013 - Sono in diminuzione i casi di infertilità idiopatica, ovvero casi dove non ci sono problemi evidenti, ma persistono difficoltà nel raggiungere una gravidanza e nel portarla a termine. Oggi è infatti possibile risalire più facilmente che in passato alle cause che determinano problemi di infertilità, trovando le strade per una possibile gravidanza.

«Grazie alle ricerche e agli sviluppi che sono stati fatti nell’ambito della diagnostica, registriamo oggi un calo delle situazioni di infertilità idiopatica. Se fino a qualche anno fa ci attestavamo intorno al 15% delle coppie, oggi questo interessa meno di una coppia su dieci», dice Michael Jemec, specialista in Medicina della riproduzione del centro per la fertilità ProCrea di Lugano. Se da una parte questa può essere ritenuta una buona notizia, dall’altra è bene considerare che «sono proprio i casi dove tutto è apparentemente perfetto quelli più difficili da affrontare e risolvere», sottolinea Jemec. [MORE]

Tendenzialmente le società scientifiche sono concordi nell’attribuire il medesimo peso alle cause di infertilità maschile, femminile e di coppia. Alcune attribuiscono un 30% a ciascuna, altre indicano livelli più alti per quelle che dipendono dall’uomo e dalla donna, e inferiori per le cause attribuibili alla coppia. Comunque tutte arrivano a indicare una fascia di casi le cui cause non sono riconducibili a nessuno dei tre specifici.

«Il tema dell’infertilità è particolarmente delicato e interessa circa il 15% della popolazione in età fertile», prosegue Marina Bellavia, ginecologa specialista in Medicina della riproduzione del centro ProCrea. «La definizione viene applicata alle coppie che dopo un anno di rapporti liberi e non protetti non hanno riscontrato una gravidanza. Per le coppie da 35 anni in su, sarebbe utile ridurre questo lasso temporale a sei mesi: non tanto per una necessità statistica, ma soprattutto per una indicazione medica. Il tempo è il peggior nemico della fertilità in una donna e incide in modo significativo dopo i 35 anni: quindi, davanti al desiderio di un figlio, prima ci si rivolge ad uno specialista e prima è possibile avere una gravidanza».

La fertilità può essere condizionata negativamente anche dagli stili di vita: peso corporeo eccessivo, uso di droghe, abuso di alcool, fumo e inquinamento. Ci sono però anche cause fisiche quali alterazioni dello sperma o dell’ovulazione, endometriosi, malattie delle tube, malattie sessualmente trasmesse, irregolarità del muco prodotto dalla cervice uterina. Sono solo alcuni esempi che testimoniano la complessità dell’argomento e l’importanza che la diagnostica ha nel determinare cause e terapie. «Un approccio in team permette di affrontare i casi di infertilità da differenti punti di vista», precisa Giuditta Filippini, biologa e direttrice del laboratorio di genetica molecolare del centro ProCrea.

«L’apporto della genetica è stato fondamentale negli ultimi anni: oggi siamo in grado di effettuare analisi approfondite, possiamo arrivare a formulare diagnosi più precise che possono indirizzare la coppia verso la terapia migliore per arrivare ad una gravidanza». Inoltre, all’interno di una stessa terapia, alcuni passaggi sono stati migliorati. «Abbiamo strumenti per poter individuare l’ovocita senza malformazioni cromosomiche e quindi che ci dà maggiori possibilità di successo», aggiunge Filippini. Fondamentale anche il contributo del laboratorio di andrologia nell’individuare i problemi maschili. «Per esempio, registriamo ultimamente sempre più situazioni problematiche determinate dalla presenza di batteri. Inoltre siamo in grado di determinare i livelli di frammentazione del Dna negli spermatozoi», osserva Marco Dini, responsabile del laboratorio di andrologia di ProCrea.

Conclude Jemec: «I passi avanti della medicina e della biologia ci permettono di individuare con maggiore facilità le cause. Quindi indicare le possibili soluzioni per le coppie che sono alla ricerca di un figlio».

Notizia segnalata da Marco Parotti