Cronaca
Processo Ruby, presentato ricorso contro l'assoluzione di Berlusconi
MILANO, 29 NOVEMBRE 2014 - Il sostituto procuratore di Milano, Piero De Petris, ha presentato il ricorso con cui chiede alla Cassazione di annullare la sentenza di secondo grado con la quale, lo scorso luglio, è stato assolto Silvio Berlusconi per il caso Ruby. Il ricorso, lungo circa 60 pagine, è stato depositato questa mattina nella cancelleria centrale penale della Corte d'Appello.
Lo scorso 18 luglio, la seconda sezione penale della Corte d’Appello di Milano, presieduta da Enrico Tranfa, che successivamente si dimise in segno di protesta, assolveva Berlusconi dall'accusa di concussione e prostituzione minorile per la quale, nel giugno 2013, era stato condannato dal Tribunale a 7 anni di carcere.
Un'assoluzione che giungeva seppur accertato che Ruby si sia prostituita ad Arcore, durante le serate del famoso «Bunga-Bunga», e che tra lei e il padrone di casa ci siano stati «atti di natura sessuale retribuiti». Tuttavia, ritenendo non provato che l’ex premier conoscesse la vera età della ragazza, che ai tempi aveva 17 anni, le richeste dell'accusa erano cadute. «La conoscenza delle minore età» di Ruby «da parte di Silvio Berlusconi è circostanza non assistita da adeguato supporto probatorio», si leggeva nelle motivazioni della sentenza.
Altra considerazione che aveva condotto la Corte d’Appello all’assoluzione di Berlusconi era la mancanza di prove che Berlusconi, dall’alto del suo ruolo istituzionale, avesse costretto i poliziotti a rilasciare la minorenne Ruby: «Quel che non risulta provato – si leggeva – è che i funzionari di polizia siano stati costretti all’accelerazione nelle procedure e all’affidamento di Ruby alla Minetti dalla minaccia di un ingiusto implicitamente ravvisabile nell’intervento di Berlusconi e non invece soltato indotto a farlo, per effetto di un meccanismo innescato dalla telefonata del presidente del Consiglio e successivamente avvitatosi a spirale, attorno alla dottoressa Lafrate, per effetto delle insistenze del dottor Ostuni».[MORE]
Il sostituto procuratore generale Piero De Petris, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto, invece, la conferma della condanna a sette anni di carcere per l’ex capo del Governo in quanto, stando alla sua ricostruzione, avrebbe fatto pressioni sui funzionari di polizia, al punto da «ordinare» loro, con una «minaccia implicita», la consegna della giovane marocchina al «consigliere ministeriale regionale presso la Presidenza del Consiglio» Nicole Minetti.
(Immagine da davidemaggio.it)
Giovanni Maria Elia