Politica
Processo Ruby, i vescovi sconfessano Berlusconi: «Assolto? Il giudizio morale resta»
MILANO, 12 MARZO 2015 - Un tempo le sue bestemmie andavano «contestualizzate», così disse Mons. Rino Fisichella quando l’allora premier Silvio Berlusconi bestemmiò nel raccontare una barzelletta. Oggi, invece, i vescovi italiani prendono nei confronti del Cavaliere una posizione chiara, precisa, ma soprattutto ben diversa.
Dopo l’assoluzione di martedì scorso nell’ambito del processo che vedeva il leader di Forza Italia imputato di concussione per induzione e prostituzione minorile, il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, ha così commentato: «La legge arriva fino a un certo punto ma il discorso morale è un altro».
Parole esplicite che seguono alla dura presa di posizione del quotidiano “Avvenire”. Nei giorni scorsi, infatti, nell’editoriale il direttore Marco Tarquinio aveva scritto: «C’è molto da riflettere su come è stato imbastito il processo e sulle sue conseguenze ma l’esito penale favorevole a Berlusconi non cancella il rilievo istituzionale e morale del caso». L’ex presidente del Consiglio, infatti, nel giugno del 2013 venne condannato in primo grado a sette anni di reclusione, per poi essere assolto in secondo grado nel luglio 2014. Martedì, per l’appunto, l’assoluzione confermata dalla Cassazione. «L’Avvenire – ha commentato sempre Mons. Galantino a margine di un convegno sul servizio civile – ha preso una posizione coraggiosa che va sostenuta e confermata».[MORE]
Altrettanto ferma la posizione dell'Associazione Nazionale Magistrati, contro chi oggi impugna la « dimostrata innocenza» di Silvio Berlusconi per rimandare alla responsabilità civile delle toghe. «Assolutamente fuori luogo - ha affermato a Sky Tg il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli -. Basta leggere le varie sentenze, la complessità dei ragionamenti fatti, della valutazione sulle prove raccolte, l'esistenza di una riforma del reato di concussione dopo i fatti e prima della sentenza per capire che siamo totalmente fuori dall'ambito della responsabilità civile dei magistrati. Non vorrei - ha concluso Sabelli - che si utilizzasse questa assoluzione in chiave di attacco alla magistratura. Sarebbe una cosa profondamente sbagliata».
(Immagine da iljournal.it)
Giovanni Maria Elia