Politica
Processo Mediaset: la Cassazione fissa udienza il 30 luglio. Protesta il Pdl
ROMA, 9 LUGLIO 2013 - Stamattina la difesa di Silvio Berlusconi aveva presentato alla Suprema Corte il ricorso contro la condanna, confermata anche in appello, scaturita dal processo Mediaset che infligge, all’ex premier, quattro anni di reclusione e cinque di interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale. Immediata è stata la risposta della Cassazione che ha fissato per il prossimo 30 luglio la data dell’udienza dove si dibatterà sulla convalida o meno della sentenza in questione.[MORE]
In questo modo, viene di fatto scongiurato ogni pericolo di far cadere in prescrizione il reato di frode fiscale che viene contestato al leader del Pdl.
Veementi, e quasi incredule, le reazioni provenienti dai legali e dai fedelissimi di partito del Cavaliere, tutti concordi nell’accusare la Cassazione di essere stata particolarmente solerte nel fissare la data dell’udienza. «Sono esterrefatto - afferma il professor Franco Coppi legale difensore di Berlusconi – non si è mai vista una cosa del genere, che determina un aggravio delle possibilità di difesa, perché contavamo di avere più tempo per svolgere i nostri approfondimenti. Evidentemente – ha aggiunto Coppi – la Cassazione ha voluto rispondere a chi paventava i rischi della prescrizione intermedia di questo processo, ma di casi come questo se ne vedono abitualmente molti altri e la Suprema Corte si limita a rideterminare la pena nel caso in cui, prima del verdetto definitivo, sia intervenuta la prescrizione per una parte dei reati. Questa è una fissazione che cade proprio tra capo e collo - ha detto ancora il difensore dell'ex premier - e ora, noi difensori, dovremo fare in 20 giorni quello che pensavamo di fare con maggior respiro. Ci batteremo – ha concluso il professor Coppi – comunque per ottenere l'annullamento con rinvio della sentenza di condanna inflitta a Silvio Berlusconi».
Come poc’anzi accennato si sono immediatamente sollevate anche le dichiarazioni di protesta da parte di autorevoli esponenti del Pdl. Su tutti la fedelissima Daniela Santanchè che invita l’intero partito a prendere ferma posizione: «le parole dell'avvocato Coppi, per chi ancora avesse dei dubbi, sono la certezza che la giustizia non c'è per il presidente Silvio Berlusconi. Che cosa facciamo noi, - incalza la Santanchè - come movimento politico? Aspettiamo ancora l'unica manifestazione che forse riusciremo a fare, e cioè quella di accompagnarlo in carcere?». «Non ci sto» ha affermato la senatrice che poi ha concluso dicendo: «Basta divisioni, basta perder tempo con tentennamenti, e sofismi. Serve - conclude - passare all'azione». Invito, quello della Santanchè che è stato raccolto dal coordinatore Pdl Sandro Bondi: «Siamo pronti a forme di resistenza, seppure non violente».
Sulla vicenda si è espresso anche il deputato Fabrizio Cicchitto che considera la decisione della Cassazione un attacco lesivo non soltanto per Silvio Berlusconi ma finanche per la tenuta del governo: «la decisione della Cassazione e le dichiarazioni assai allarmate sulla lesione dei diritti della difesa da parte di un avvocato come Coppi hanno il significato che è possibile – ha affermato Cicchitto – che scatti una operazioni politico-giudiziaria con un doppio obiettivo: colpire Berlusconi e destabilizzare un governo la cui composizione e la cui maggioranza politica è del tutto sgradita a precisi ambienti giudiziari, editoriali, finanziari e politici».
Ed è proprio da un rappresentate di governo del versante Pdl, che arriva un ulteriore commento. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha infatti affermato: «milioni di italiani aspettano giustizia per anni, ma per Silvio Berlusconi la Corte di Cassazione viene convocata in un tempo record. Non si è mai vista una cosa del genere – aggiunge stizzito il ministro – i diritti della difesa, a cui restano solo venti giorni di lavoro, vengono seriamente compromessi».
(Immagine da agi.it)
Giovanni Maria Elia