Cronaca

Processo Mediaset, chiesta conferma della condanna a 4 anni per Berlusconi

MILANO, 02 MARZO 2013- Lo scorso 26 ottobre Silvio Berlusconi veniva condannato in primo grado a 4 anni di detenzione e 5 di interdizione dai pubblici uffici, nell'ambito del processo sui conti Mediaset. Le indagini della Magistratura, grazie anche alle testimonianze di ex manager dell'azienda e ai risultati delle rogatorie internazionali, aveva appurato che Fininvest, poi divenuta Mediaset, sin dai primi anni di attività, avrebbe gonfiato i prezzi sui diritti televisivi per le produzioni acquistate all'estero tramite agenzie con sedi in paradisi fiscali. Un business illegale, valso al Cavaliere prima parecchia grana, poi l'accusa di frode fiscale.[MORE]

Ieri in Cassazione il pg Bertole Viale chiede la conferma della prima condanna, in un'aula di Milano monopolizzata da uno dei soliti show firmati Silvio, il quale- e anche questo è un copione logoro che l'ex premier negli anni ha affinato nelle varie aule e nei diversi salotti televisivi di regime- non risponde ad alcuna domanda, ma rilascia una lunga e grottesca dichiarazione spontanea. Dice di essere 'trasecolato alla notizia della condanna', ' di essere totalmente estraneo ai fatti', che il suo gruppo, da quando è nato, ha versato all'erario la bellezza di 6 miliardi di euro in tasse e che i 3,5 milioni che gli si accusa di aver evaso, sono davvero bruscolini. Niente di nuovo, insomma.

Il meglio, però, Silvio lo dà fuori dall'aula, dinnanzi ai cronisti che lo attendono all'uscita dal Palazzo di Giustizia. "La Magistratura è il cancro della democrazia" tuona l'imputato, suscitando la reazione sdegnata dell'Anm, il sindacato dei magistrati. E aizza i suoi seguaci a scendere in piazza il prossimo 23 marzo (giorno in cui, salvo complicazioni, è attesa la sentenza) per protestare contro le toghe rosse, vera rovina del Paese. Una sentenza importante, che potrebbe, anzitutto, allontanare Berlusconi dalla Camera in cui è stato appena confermato.

Emmanuela Tubelli