Cronaca
Processo Mediaset, Berlusconi: due anni di interdizione dai pubblici uffici
MILANO, 19 OTTOBRE 2013 – Dopo la sentenza concernente il processo Mediaset – pronunciata lo scorso primo agosto – con la quale i giudici della sezione feriale della Cassazione hanno deciso di condannare Silvio Berlusconi, annullando – allo stesso tempo - la pena accessoria a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici stabilita in appello, affidando alla stessa Corte d’appello del capoluogo lombardo di ridefinirla tra uno e tre anni, oggi è arrivato il responso: due anni di interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi.
In questo modo, i giudici della terza Corte d’Appello di Milano, presieduta da Arturo Soprano, hanno deciso di accogliere la richiesta del procuratore generale Laura Bertolè Viale in merito alla la pena accessoria dell’ex premier nell’ambito del processo Mediaset, dove – ricordiamo - la Corte di Cassazione ha deciso di confermato la condanna a quattro anni per frode fiscale.
In particolare, il procuratore generale - nel formulare la sua richiesta - aveva illustrato che, essendo la pena principale stata calcolata in due terzi della pena massima, allo stesso modo si doveva procedere con quella accessoria.
Invece, il collegio difensivo dell’ex premier, la parola i difensori di Berlusconi - Niccolò Ghedini e Roberto Borgogno, quest’ultimo in aula al posto di Franco Coppi - ha evidenziato che Mediaset ha provveduto a chiudere il contenzioso con l’Agenzia delle entrate versando circa 11 milioni di euro per gli anni 2002-2003. Inoltre, gli avvocati avevano chiesto per Berlusconi, incensurato, il minimo della pena (un anno) e depositato il ricorso presentato alla Corte europea dei diritti dell’uomo e sollevato un’eccezione di costituzionalità sulla legge Severino, visto che la suddetta viola – per i legali - l’articolo 25 della Costituzione. Infine, per la difesa di Berlusconi: «Oggi non avrebbe dovuto trovare applicazione nessuna misura interdittiva».
Adesso, occorre vedere cosa deciderà di fare Berlusconi. Infatti, dopo il verdetto d’appello ‘bis’ e il deposito delle motivazioni, il Cavaliere 15 giorni di tempo per decidere se ricorrere – di nuovo - in Cassazione. Così facendo, solo a seguito del nuovo verdetto della Suprema Corte, si avrà la decisione definitiva. A causa di ciò, per il tempo stabilito dai giudici, Berlusconi non potrà recarsi alle urne per votare, né tantomeno candidarsi. Inoltre perderà il diritto di sedere in Parlamento. Infine, non potrà – altresì - essere tutore o curatore, svolgere pubblici uffici e ogni incarico non obbligatorio di pubblico servizio.
(Foto: oggi.it)
Rosy Merola [MORE]