Politica
Processo Lavitola, Berlusconi in aula contro la magistratura: "è irresponsabile"
NAPOLI, 19 GIUGNO 2014 - Duro scontro in aula quest’oggi tra Silvio Berlusconi e i magistrati durante il processo Lavitola.
L’ex premier si è recato a Napoli per testimoniare nel processo che vede Valter Lavitola accusato di una tentata estorsione a Impregilo circa diversi appalti pubblici presenti a Panama.
Durante la sua testimonianza l’ex premier ha sbottato contro la magistratura italiana definendola “incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e ha l’immunità piena”.
Le parole di Silvio Berlusconi hanno letteralmente turbato il Pm Vincenzo Piscitelli che ha richiesto l’intervento immediato del presidente Giovanna Ceppaluni. “Questo non lo posso accettare” la controrisposta a cui poi si è aggiunta la battuta del presidente che ha sottolineato come “la magistratura italiana sia ancora tutelata dal codice”.
Il Cavaliere interpellato più volte dal presidente Ceppaluni a rispondere a delle precise richieste ha risposto : “Non capisco le motivazioni di queste domande”. Il presidente Ceppaluni ha poco dono chiarito al testimone Berlusconi che non era suo compito comprendere e che semplicemente “funziona così”.[MORE]
L’ex premier, in aula a Napoli, ha dovuto rispondere tra le varie cose di una sua telefonata avvenuta con l’imputato Lavitola: “ Valter mi telefonò da Panama” ha raccontato Berlusconi, che ha poi proseguito così : “ diceva di essere preoccupato perché, non essendo andata avanti la costruzione dell’ospedale di Panama da parte di Impregilo, il presidente Martinelli avrebbe bloccato i lavori del canale. Ma sono ambasciatore che non porta pena”.
Berlusconi, infatti, ha chiarito che Lavitola l’avrebbe contattato per richiedere la sua autorevolezza nel segnalare il rischio che correva Impregilo e che la costruzione dell’ospedale a Panama era semplicemente un gesto di grande genorisità “da parte delle imprese italiane al governo di Panama”.
Una volta conclusa la sua testimonianza, Berlusconi, testimone chiava della vicenda, prima di uscire dall’aula ha lasciato al magistrato l’attestato di giuramento dei testimoni motivando il suo gesto così: “affinché il decoro della giustizia italiana sia tutelato”
Emanuele Ambrosio