Cronaca

Processo Hybris, la Cassazione riduce le pene ed esclude il metodo mafioso

 AOSTA, 26 MAGGIO 2015 – Ribaltata la sentenza di primo grado del processo sull'inchiesta Hybris: la Corte di Appello ha ridotto le pene da 41 a 12 anni, e ha escluso l'aggravante del metodo mafioso. L'indagine era nata quando, nel giugno del 2012, un'auto aveva preso fuoco nel quartiere Dora. Il proprietario, proprietario di un'impresa edile, denunciò il fatto definendolo un corto circuito; il rogo però risultò essere di natura dolosa.

[MORE]

Erano stati chiamati in causa ben 5 persone, accusate a vario titolo di tentata estorsione, danneggiamento, rapina, tentato omicidio e lesioni. Si tratta di Claudio Taccone di 47 anni, suo figlio Ferdinando di 23, l'altro figlio Vincenzo di 22 anni, Domenico Mammoliti di 28 e Santo Mammoliti di 41. La sentenza di primo grado aveva stabilito la reclusione a 8 anni per tre degli imputati, 13 per Ferdinando Taccone, e 3 per Santo Mammoliti; la Cassazione ha invece stabilito il massimo della pena a Ferdinando (3 anni, 2 mesi e 20 giorni), e il minimo per Santo Mammoliti (1 anno e 8 mesi).

Altro fatto contestato ai cinque imputati era stato l'accoltellamento avvenuto nell'ottobre 2012 ai danni di Domenico e Fortunato Tripodi, padre e figlio rispettivamente di 59 e 18 anni.

Foto: aostasera.it

Dino Buonaiuto